Qualche tempo fa è uscito Alpha: un film che, ammetto, mi ha commosso. Mi piace pensare che l’incontro tra uomini e lupi sia avvenuto in un modo simile.

La razza umana, si voglia ammetterlo o meno, deve molto ai cani. L’umanità, quantomeno all’inizio della sua avventura, si è trovata spesso in situazioni in cui il lupo (addomesticato e divenuto cane) è stato un elemento vitale. Dalle prime tribù nomadiche che usavano il cane per la caccia e per proteggere l’insediamento di notte, al suo ruolo di guardia del gregge, di fidata spalla nei combattimenti – e non dimentichiamo la compagnia che, nei millenni, questo stupendo animale ci ha donato.

Di qui arrivo alla storia di Jack, un cane che, con la sua “mamma” Elisa (so che sul termine mamma ci scapperà qualche commento acido) si sta dando da fare per contribuire ad aiutare la razza umana. Jack è un meticcio, metà labrador e metà golden retriever di due anni e mezzo. Un manzetto di 27 kg, adorabile (sono di parte: adoro cani e gatti). Dato che Jack non era disponibile per raccontarmi la sua storia, ho chiesto a Elisa.

Facciamo un passo indietro. Elisa Dal Bosco è una pr con un’esperienza di circa due decadi e clienti importanti. Negli ultimi anni ha creato, in aggiunta alla sua attività di pr (settore hotelier di lusso e lifestyle), l’associazione dei maggiordomi. Un progetto che forma ogni anno, grazie a corsi privati e attivati con i contributi di varie regioni tra cui Lombardia, Veneto e Toscana, una ventina di assistenti personali e maggiordomi. Elisa mi spiega che vanno a ruba. Contesi dalle migliori famiglie occidentali.

Tuttavia con Jack Elisa ha dovuto fare una scelta: lavoro d’ufficio standard oppure un approccio al lavoro più flessibile, potremmo dire frazionale? Elisa ha deciso di dedicare tempo al suo Jack. Ci tengo a ricordare che un cane, o un qualunque animale domestico, è una responsabilità per la vita, meglio saperlo prima di adottarne uno! Da quando Jack arriva nella vita di Elisa ecco un’altra novità, la pet therapy: Jack ed Elisa hanno studiato e ora aiutano gli altri.

Elisa tuttavia soffre di diabete mellito di tipo 1 da quando aveva 9 anni. Il diabete mellito insulino-dipendente, mi ha spiegato Elisa, può portare a gravi problemi di salute se non seguito bene e se non si vive una vita tranquilla, con orari regolari e un’alimentazione equilibrata. Può portare a cecità e altre patologie gravi. Ora Elisa sta bene (è diabetica da quasi 34 anni) e segue ciò che i suoi medici le consigliano, si tiene monitorata e con Jack sa in anticipo quando la sua glicemia diventa troppo bassa.

Elisa non si dà per vinta e decide di fare un percorso con Jack legato al diabete. Anzi è Jack a fare il percorso, lei si limita a guidarlo. Non è un segreto che i cani abbiano un ottimo fiuto. I cani molecolari sono ormai un’istituzione consolidata tra le forze dell’ordine e le squadre di soccorso. Jack, insieme ad altri suoi simili, ha fatto un passo in più. Sta studiando come diabetic-alert dog (cane sentinella): segnala quando Elisa ha variazione importanti di glicemia. Per una persona che vive sola e lavora spesso senza orari, un cane come Jack è di grande aiuto.

“Ho scelto Jack da una cucciolata di amici di Roma: lui ha scelto me in verità, perché quando ci siamo incontrati mi è salito in braccio scansando i fratelli! Ho avuto due episodi di grave ipoglicemia quando Jack aveva quattro o cinque mesi e quando ha compiuto i dieci mesi: la mia diabetologa e la veterinaria di Jack mi hanno consigliato Progetto Serena, e da allora seguiamo il loro addestramento una volta a settimana. Siamo ora a metà percorso” mi spiega Elisa, parlando di come ha incontrato Jack.

Ora lui fa il cane alert-diabete. Per essere precisi, non lo previene. Ma nella prassi della diagnosi lui è un cane dottore (si scherza ma fino ad un certo punto). Il corso di Progetto Serena Onlus sta ottenendo la certificazione scientifica. I fattori in gioco sono molteplici, ma l’olfatto resta comunque uno strumento potentissimo che permette al cane di rilevare le emissioni molecolari (Voc – composti organici volatili) rilasciate dai tessuti o dai sistemi affetti da patologie.

Gli istruttori lavorano direttamente a casa delle persone e si opera nel pieno rispetto del cane, andando a favorire tutto ciò che valorizzi il rapporto e l’empatia nel binomio cane-proprietario. Ora Jack ha una duplice attività. Quello di farsi coccolare da Elisa (e invero da chiunque lo conosca) e di tenerla d’occhio. Il diabete non è mortale, ma deve essere seguito costantemente.

@enricoverga