Quasi cento migranti sono sbarcati sulle coste del sud della Sardegna fra martedì e giovedì. Quello degli arrivi con i barchini dall’Algeria è un fenomeno già registrato in passato ma in crescita negli ultimi tempi. Tanto che lunedì 20 gennaio aprirà il primo centro regionale permanente per il rimpatrio dei migranti (Cpr). I primi segni della nuova ondata di sbarchi sono stati registrati venerdì 10 gennaio, quando otto algerini sono sbarcati in località Maladroxia, a Sant’Antioco. Gli otto migranti, tutti uomini in buone condizioni di salute, sono stati bloccati dai carabinieri. Dopo le visite mediche e le operazioni di identificazione, sono stati trasferiti nel centro d’accoglienza di Monastir, alle porte di Cagliari.

Ma gli sbarchi si sono intensificati fra martedì e mercoledì, quando nel giro di 12 ore sono arrivati 31 algerini. Il primo sbarco è stato registrato martedì sera intorno alle 20 a Sant’Antioco dove è approdato un barchino con nove uomini. Mercoledì mattina alle 8 gli agenti del commissariato e i militari dell’Arma della compagnia di Carbonia hanno rintracciato altri 22 algerini a Cala Sapone, mentre si spostavano a piedi. I migranti erano arrivati a bordo di due barchini. Dopo tutte le procedure di identificazione, i migranti sono stati trasferiti a Monastir.

Fra mercoledì sera e giovedì mattina altri 61 algerini sono sbarcati in Sardegna. Due barchini con a bordo 22 migranti sono stati intercettati dalla Guardia di finanza al largo di Capo Teulada e sono stati portati, in nottata, in porto a Sant’Antioco. Poco prima altri cinque stranieri erano stati bloccati dai carabinieri a Carloforte. I migranti dopo visite e identificazioni sono stati trasferiti a Monastir. Altri 15 algerini sono stati rintracciati giovedì mattina sempre a Sant’Antioco e altri 19 in località Giunco a Carloforte. Venerdì mattina altri 44 sono sbarcati nella zona di Sant’Anna Arresi.

Tra i 134 algerini sbarcati c’è solo una donna e tutti sono in buone condizioni di salute. Uno di loro è stato arrestato perché destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Bologna nel 2017. Si tratta di Nabil Hamade, un 48enne che deve scontare in carcere un anno, 8 mesi e 17 giorni per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. L’uomo si trova ora nella casa circondariale di Uta, in provincia di Cagliari.

Proprio fra qualche giorno, dopo la nuova ondata di arrivi con i barchini, aprirà il primo centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr). La struttura sarà installata nell’ex carcere di Macomer lunedì 20 gennaio. “Già da lunedì la struttura è operativa per ospitare una cinquantina di persone, ma appena verranno completati i lavori si arriverà a cento posti disponibili – ha spiegato la vicesindaca di Macomer Rossana Ledda – non sappiamo se già lunedì arriverà qualcuno o se ci vorrà ancora qualche giorno per vedere qui i primi migranti. Il Comune ha lavorato tanto negli ultimi anni per arrivare all’apertura del centro e fare in modo che ci sia una ricaduta economica favorevole per la città. C’è una società che si è aggiudicata il bando di gara per i servizi interni: mensa, lavanderia, pulizie, infermeria. Tutto questo genera nuovi posti di lavoro e restituisce vitalità”.

Massimo impegno da parte del Comune anche sul fronte della sicurezza, tema caldo su cui si è spaccato il Consiglio comunale. “Abbiamo ottenuto tutte le rassicurazioni necessarie dalla Prefettura – ha dichiarato la vicesindaca – ci è stato garantito il massimo dell’attenzione, mettendo a disposizione su questo fronte Carabinieri, Polizia e una vigilanza esterna alla struttura da parte dei militari della Brigata Sassari. L’auspicio è che gli impegni vengano mantenuti per consentire al centro di funzionare ma anche la dovuta tranquillità ai cittadini“.

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