Il capitano lavora in fabbrica, il difensore centrale fa il commercialista, la mezzala ha un negozio di lampadari. Chi non ha mai tifato almeno una volta per la piccola San Marino, che ad ogni tornata di qualificazioni per Mondiali e Europei si ritrova ad affrontare le più forti formazioni del pianeta, rimediando sonore sconfitte e realizzando qualche rarissima impresa. San Marino è la “nazionale-simpatia”, perché il calcio a San Marino è hobby e passione. Ma non per tutti: c’è qualcuno che prova a farne un mestiere. I dirigenti della FederCalcio sammarinese, che si sono auto-assegnati un compenso annuale da circa 150mila euro totali (da dividere fra i 9 componenti, a seconda dei gradi). Contro la legge, per cui la carica dovrebbe essere a titolo gratuito, tanto da portare all’apertura di un’inchiesta.

Quello del compenso dei dirigenti sportivi, e degli stratagemmi per aggirarne i limiti, è un tema noto al movimento. In Italia, ad esempio, pure esiste un regolamento Coni per cui ai presidenti federali spetterebbe solo un’indennità onnicomprensiva da 36mila euro, mentre diversi n. 1 (dalle bocce al taekwondo) hanno trovato una scappatoia per guadagnarne di più. Tutto il mondo è Paese: anche la piccola San Marino si ritrova a fare i conti con una questione simile. Negli ultimi due bilanci della Fsgc c’è infatti una voce che probabilmente non dovrebbe esserci: tra le uscite viene registrato un “compenso annuale a consiglio federale”. 154mila euro nel 2017, 165mila nel 2018: una spesa anche piuttosto ingente per il bilancio di una piccola Federazione che non supera i 10 milioni. Non è tanto un problema di cifre, ma di regole: quelle cariche dovrebbero essere gratuite. Lo stabilisce la legge nazionale 149/2015, per cui “tutte le cariche direttive in seno alle FSN sono a titolo gratuito, fatto salvo il rimborso delle spese”. Nessuno stipendio, dunque, al massimo un rimborso; così inquadrato e remunerato, a una media di circa 1.500/2.000 euro al mese, assomiglia più a un vero e proprio compenso (come del resto è chiamato nello stesso bilancio federale).

Dalla Federazione sammarinese fanno notare che la stessa legge autorizzerebbe in un altro articolo a prevedere dei compensi all’interno dei propri statuti e regolamenti. Ed in effetti nello statuto Fsgc si parla di un “gettone di presenza stabilito annualmente dal consiglio federale”. Una postilla che sembra togliere d’impaccio il governo del pallone, se non fosse per un piccolo dettaglio: lo statuto è stato approvato solo ad agosto 2019. Nella versione precedente, in vigore nel 2017 e nel 2018, quando i compensi sono stati elargiti, non c’era traccia di quest’articolo. Mentre il “regolamento organico” della Fsgc tutt’ora parla di “funzioni non retribuite” per tutti i dirigenti. Insomma, il nuovo statuto pare una toppa messa a posteriori. Di un fantomatico “regolamento” interno approvato (quando?) dalla Federazione non si hanno notizie (“è secretato”, il commento ufficiale) e il presidente Marco Tura preferisce non rispondere alle domande. Chissà se lo farà a quelle dei magistrati: la vicenda, che nasce da un esposto presentato dall’ex dirigente Alan Gasperoni, è finita al centro delle attenzioni del commissario della legge (la procura sammarinese), che ha aperto un fascicolo. Sono stati già ascoltati i primi testimoni ed effettuate alcune acquisizioni documentali. Oltre alle spese del 2017 e del 2018, infatti, bisognerà verificare anche quelle del 2016 (il cui bilancio non è pubblicato).

Twitter: @lVendemiale

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