Ieri gli sono stati “tagliati luce e acqua” e da stasera il vescovo cinese Vincenzo Guo Xijin, già ordinario di Mindong “dormirà come un senzatetto alla porta di quella che era la sua curia e casa del clero a Luojiang: ieri è giunto l’ordine di sfratto per lui e per i sacerdoti che lavorano e vivono con lui”. La notizia arriva da padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews, che spiega che per affrettare la pratica già da ore le utenze erano fuori uso.

“Ufficialmente – spiega Cervellera – lo sfratto è dettato da motivi di sicurezza. Un cartello posto davanti alla curia spiega che l’edificio – costruito con tutti i permessi oltre 10 anni fa – non rispetta le regole anti-incendio e va quindi chiuso. In realtà, l’operazione della polizia è un gesto di pressione e di stizza verso il vescovo e i suoi sacerdoti che rifiutano di firmare l’adesione alla Chiesa ‘indipendente'”, che è controllata dal governo. “Mons. Guo Xijin – spiega ancora padre Cervellera – è una delle ‘vittime’ dell’accordo sino-vaticano, che ha fatto della diocesi di Mindong una specie di ‘progetto pilota’ per la sua attuazione.

In seguito all’accordo e all’eliminazione della scomunica al vescovo ufficiale Vincenzo Zhan Silu, su richiesta di papa Francesco monsignor Guo ha accettato di essere retrocesso a vescovo ausiliare per lasciare la sede di ordinario a monsignor Zhan. Ma Guo, non avendo firmato l’adesione alla Chiesa indipendente non è stato riconosciuto dal governo e ora è declassato a senzatetto e migrante. Stesso destino per molti sacerdoti che si rifiutano di firmare”.

Cosa prevede l’accordo Cina-Vaticano – Firmato nel 2018, prevede che i vescovi siano scelti per elezione da parte dei rappresentanti cattolici della diocesi (i sacerdoti, più i rappresentanti delle suore e dei laici) e approvati dalle autorità politiche cinesi, prima di essere sottoposti alla valutazione della Santa Sede per l’approvazione decisiva. Ma del potere di veto papale non sembra più esserci traccia.

(immagine d’archivio)

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