La società di navigazione Caronte e Tourist avrebbe ricevuto contributi pubblici indebiti fra il 2016 e il 2019 per oltre 3,5 milioni di euro. Questa l’accusa della Procura di Messina, le cui indagini, coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia, hanno portato al sequestro di tre traghetti della società armatrice e di beni per appunto 3,5 milioni. Le imbarcazioni “Pace”, “Ulisse” e “Caronte” presenterebbero gravi carenze tecniche e strutturali che non garantirebbero la sicurezza nel trasporto delle persone a mobilità ridotta.

L’inchiesta ruota attorno alla gara con cui la Navigazione Generale Italiana (Ngi), società poi fusa alla “Caronte e Tourist Isole Minori” nel 2017, si era aggiudicata nel 2015 il lotto Trapani-Isole Egadi per il servizio di collegamento marittimo tra la Sicilia e le isole minori. Il valore del lotto era di circa 15,9 milioni, con aggiudicazione, attraverso un significativo ribasso, a 5,3 milioni.

Per partecipare e aggiudicarsi la gara ciascuno dei concorrenti aveva individuato un traghetto che doveva essere dedicato esclusivamente alla tratta oggetto del lotto e doveva essere dotato di caratteristiche strutturali che avrebbero consentito la navigazione in piena sicurezza anche alle persone a mobilità ridotta. La Ngi si era aggiudicata la gara con la nave “Pace”. Che, per l’accusa, presenta invece gravi carenze che la renderebbero inidonea a trasportare in sicurezza persone a mobilità ridotta.

Le difformità sarebbero state nascoste attraverso false attestazioni, accertate anche da organi tecnici nel corso delle attività ispettive. Difformità che non sarebbero state mai state sanate e, conseguentemente, non avrebbero in realtà consentito la partecipazione né l’aggiudicazione della gara alla Ngi (ora Caronte e Tourist).

Le indagini avrebbero inoltre riscontrato sostituzioni irregolari del traghetto designato, non autorizzate preventivamente dalle autorità, ma, soprattutto, avvenute con ulteriori traghetti (“Caronte” e “Ulisse”) anch’essi privi dei requisiti previsti per il trasporto delle persone a ridotta mobilità. Ulteriori ispezioni delle navi con l’intervento di ingegneri navali, nominati consulenti tecnici dalla Procura, hanno confermato l’ipotesi investigativa, togliendo ogni dubbio – dicono investigatori e inquirenti – circa l’inidoneità di tutti e tre i traghetti e il conseguente concreto rischio per l’incolumità delle persone a mobilità ridotta, in caso di naufragio, incendio o altri incidenti. Ciò dunque ha portato al sequestro delle navi, che sono stati affidate ad amministratori giudiziari nominati dal giudice per le indagini preliminari, mentre la società armatrice è stata designata custode.

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