Dopo la presentazione della relazione di Maurizio Gasparri, che chiede di non dare il via libera al processo per Matteo Salvini, sul caso Gregoretti, i membri della Giunta del Senato che fanno parte della maggioranza di governo hanno chiesto rinvio del voto, previsto per il 20 gennaio, visto che Palazzo Madama sarà “chiuso” tra il 20 e il 26 gennaio per le Regionali in Emilia-Romagna e Calabria. “Hanno paura di perdere la faccia, sono senza onore e senza dignità”, la riposta dell’ex ministro dell’Interno, riferita in particolare al M5s che ha chiesto di posticipare il voto insieme a Pd e Leu. In un primo momento sembrava che anche Italia Viva avesse chiesto lo slittamento del voto, ma poi una dichiarazione del presidente dei senatori renziani Davide Faraone ha chiarito un aspetto e contemporaneamente aperto un altro fronte: Iv non ha aderito alla richiesta degli altri componenti di maggioranza, ma si è solo adeguata alla decisione unanime della conferenza dei capigruppo di ieri di sospendere le attività del Senato nella settimana prima del voto in Calabria ed Emilia Romagna. Tra i sì al blocco dei lavori, quindi, c’era anche quello di Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega, che ora grida alla mossa politica dei partiti di governo per colpire Salvini. Tuttavia le due questioni – slittamento del voto in giunta per le Immunità e blocco dei lavori al Senato – non sono direttamente collegate, perché la giunta può comunque continuare i suoi lavori in autonomia. Fatto sta che la richiesta dei partiti di maggioranza è giunta dopo la posizione espressa da Gasparri, presidente della giunta per le Immunità, nella sua relazione. Secondo il senatore, il caso della nave Gregoretti è del tutto simile a quello della nave Diciotti, per cui la giunta negò l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Per questo motivo, anche nella vicenda Gregoretti è giusto votare contro.

Gasparri: “Premier Conte coinvolto anche politicamente” – Nella fattispecie, il senatore di Forza Italia ha chiesto di respingere la richiesta di autorizzazione a procedere, rispondendo così alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania nei confronti dell’ex titolare del Viminale per il ritardato sbarco di 131 migranti l’estate scorsa. “Si tratta in tutta evidenza di fattispecie del tutto similari ed eventuali enfatizzazioni di aspetti secondari non mutano la realtà delle cose – ha detto Gasparri – Pertanto, per le ragioni esposte e in linea di continuità rispetto alle decisioni già assunte da questo organo in questa legislatura, si ritiene doveroso prospettare l’opportunità che la Giunta coerentemente proponga all’assemblea il diniego della richiesta di autorizzazione a procedere di cui al documento in titolo”.

Per quanto riguarda la posizione del premier Conte sulla vicenda Gregoretti, a sentire Gasparri il silenzio del presidente del Consiglio ebbe comunque una valenza politica: “Quindi, a prescindere dalla configurabilità o meno di un concorso nel reato del presidente Conte, elemento sul quale la giunta non può, anzi non deve esprimersi – ha aggiunto il parlamentare berlusconiano – sicuramente è configurabile un coinvolgimento politico governativo di quest’ultimo comprovato innanzitutto dall’assenza di qualsivoglia presa di posizione contraria sulla conduzione del caso Gregoretti da parte del ministro Salvini e sulle scelte da lui operate”.

L’iter procedurale – La Giunta, essendo un organo paragiurisdizionale, non è da considerarsi al pari delle commissioni, quindi in totale libertà può decidere di lavorare anche nella settimana pre-elettorale. In presenza della richiesta di rinvio, la presidente sarà costretta a convocare un ufficio di presidenza e, qualora non ci fosse unanimità per cambiare il calendario, sarebbe la Giunta in plenaria a dover decidere. E qui la maggioranza a favore del rinvio, assicurano, è schiacciante.

Italia Viva: “Non abbiamo chiesto alcun rinvio, prendiamo atto della scelta dei capigruppo” – Da segnalare la presa di posizione dei renziani di Italia Viva, secondo cui la decisione del rinvio (così come confermato da altre fonti di maggioranza) è stata presa dalla conferenza dei capigruppo all’unanimità, quindi anche con il parere favorevole della Lega di Salvini, che però ora si oppone decisamente allo slittamento. “Italia Viva non ha chiesto nessun rinvio del voto della Giunta per le autorizzazioni. Stiamo semplicemente prendendo atto della decisione unanime della conferenza dei capigruppo di ieri di sospendere le attività del Senato nella settimana prima del voto in Calabria ed Emilia Romagna” ha detto il presidente dei senatori renziani Davide Faraone, secondo cui se “dovessero esserci altre decisioni le valuteremo con serenità. Eviterei di buttare tutto in caciara politica“. Come detto, però, nonostante il proprio parere favorevole al rinvio durante la capigruppo (Rome è il presidente dei senatori leghisti), il Carroccio grida alla mossa politica della maggioranza per danneggiare Salvini: “Parti del Movimento 5 Stelle e parti del Governo provano con il caso Gregoretti a colpire Matteo Salvini. Le carte parlano chiaro – ha detto la senatrice Erika Stefani a nome di tutti i legjisti in giunta per le Immunità – Tutti nel governo sapevano e tutti erano direttamente coinvolti. Sul caso Gregoretti ci vuole responsabilità istituzionale, per questo è necessario un dibattito corretto e senza rinvii. La maggioranza è interessata a fare chiarezza sul caso Gregoretti o pensa solo alle elezioni regionali?”.

Gasparri spiega: “Consulto con la presidente Casellati non rallenta iter” – Per quanto riguarda l’iter procedurale, Maurizio Gasparri ha spiegato che “la Giunta per le immunità del Senato non è una commissione ordinaria ed è tenuta a rispettare i termine dei 30 giorni entro i quali deve esprimersi, come previsto dall’articolo 135 del regolamento del Senato”. La presa di posizione del parlamentare berlusconiano che presiede la giunta è arrivata in risposta alla richiesta di rinviare il voto (previsto il 20 gennaio) sull’autorizzazione nei confronti di Matteo Salvini. In conclusione, Gasparri ha annunciato che si confronterà su questo con la presidenza del Senato. Gasoarri poi ha ricordato che la sospensione delle attività delle commissioni del Senato prevede alcune eccezioni: “Ad esempio – ha detto – non si applica alla commissione Bilancio per i decreti che hanno scadenza. Anche la Giunta ha una scadenza prevista dall’articolo 135 bis del regolamento del Senato per cui ha 30 giorni di tempo per decidere e non si parla di un’ulteriore proroga. Noi – ha aggiunto – agiamo in base alla legge costituzionale 1 del 1989 che dice cosa fare in caso di reati ministeriali”. In attesa del confronto con la presidente del Senato Casellati, Gasparri ha anche assicurato che l’iter andrà avanti. Le prossime riunioni sono previste il 13 gennaio alle 17 e il 14 alle 20. Alla domanda se nel frattempo verrà convocato un ufficio di presidenza per valutare la richiesta di rinvio, Gasparri ha risposto: “Da qui a lunedì (quando ci sarà la prossima riunione, ndr) sinceramente non credo. Se ci fosse necessità, nulla vieta di farlo poco prima e poco dopo la riunione, perché in ogni caso è una valutazione che riguarda il termine finale del voto. Non incide sulla discussione della mia proposta, che va avanti comunque”.

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