Sulla prescrizione tocca ai Cinquestelle scendere a compromessi, per la legge elettorale “la soglia di sbarramento al 5% è il minimo indispensabile”, mentre i decreti sicurezza saranno cambiati a gennaio. Il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, manda un messaggio agli alleati di governo parlando a Otto e Mezzo, su La7, ricordando però che la strategia per portare avanti l’esecutivo giallorosso fino a fine mandato deve essere quella del dialogo e della contrattazione, non delle battaglie individuali.

“Dopo la prescrizione – spiega -, noi abbiamo depositato la nostra proposta di legge in Parlamento per garantire una durata ragionevole dei processi. Sulla posizione dei 5 Stelle non sono assolutamente d’accordo, penso che debbano scendere a compromessi come abbiamo fatto noi quando abbiamo accettato la riduzione dei parlamentari. Perché in Italia oltre al ‘fine pena mai’ non può anche esserci il ‘fine processo mai’“. Nessuna battaglia individuale, quindi, ma la ricerca di un accordo, di un punto d’incontro, in nome della governabilità: “Uno dei modi secondo me sbagliati di questa maggioranza è quello di condurre battaglie più per visibilità personale che per risolvere problemi – ha aggiunto – Questo mettere bandierine non serve“. E di questo, dice, ha parlato proprio con il capo politico del Movimento: “Con Di Maio abbiamo parlato della necessità di aprire una fase nuova per questo governo, per riaccendere i motori dell’economia italiana. È stato un incontro molto utile”.

Altro tema caro in cima all’agenda del governo è quello della legge elettorale. Su questo, il leader Dem chiede una riforma che garantisca maggiore governabilità: “Sulla legge elettorale, io penso che la soglia al 5% sia il minimo indispensabile – dichiara – Ricordo che veniamo da una legge pessima, che dovrebbe essere maggioritaria ma che non garantisce di conoscere la sera stessa il vincitore delle elezioni. Il Rosatellum è una delle peggiori leggi elettorali mai fatte, anche Renzi lo sa che la penso così”.

A breve termine, però, ciò che il segretario del Pd promette è la cancellazione dei decreti Sicurezza tanto voluti dal capo della Lega, Matteo Salvini. Tema su cui Democratici e pentastellati sembrano aver trovato un accordo: “Cambiano a gennaio – dice confermando le recenti dichiarazioni del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese – Forse si sarebbe potuto fare prima ma siamo entrati dentro il tunnel della legge di bilancio e non è stato possibile. Però non chiamiamoli ‘decreti sicurezza’ perché con la sicurezza non avevano niente a che fare. Questo è l’unico governo che ha raddoppiato le risorse per il contratto delle forze dell’ordine e pagato gli straordinari a polizia e Carabinieri”.

Infine, il segretario prima ribadisce che “non penso che la destra possa vincere alle Regionali, ma se dovesse accadere non credo che il governo debba per forza cadere, non c’è alcun automatismo su questo”. Poi torna sulle sue ultime dichiarazioni di apprezzamento per il lavoro del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Sono sconcertato dello sconcerto che c’è stato quando ho parlato bene di Conte. Siamo talmente abituati a parlare male degli alleati che se uno tenta di costruire e di dialogare viene visto con sospetto. Ma non si può governare con avversari e se davvero si vuole fermare Salvini, allora dobbiamo capire che il nostro campo va popolato da una diversità. Poi io non sono Conte e non sono i 5 Stelle, ma non ci si dovrebbe stupire se si parla bene dei propri alleati”.

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