Oppo, come già fatto in precedenza da Xiaomi e Huawei, sta cercando di costruirsi una reputazione basata su smartphone caratterizzati da un ottimo rapporto tra prezzo e prestazioni offerte. L’Oppo A9 2020 ad esempio è uno smartphone di fascia media commercializzato con un prezzo ufficiale di 249 euro, ma che presso molti negozi fisici e online è già reperibile a meno di 200 euro. Tenendo presente dunque il prezzo, l’A9 è un ottimo smartphone, che punta tutto su una buona fattura ma, soprattutto, su un’autonomia davvero ampia, grazie alla batteria da ben 5000 mAh.

Tuttavia, per quanto brava possa essere un’azienda a progettare smartphone dalle buone caratteristiche a prezzi contenuti, qualche compromesso è d’obbligo. Qui ne troviamo alcuni, principalmente legati al grande schermo da 6,5 pollici che però ha una risoluzione non elevatissima, e al comparto fotografico che, a dispetto delle caratteristiche tecniche, non impressiona. La configurazione hardware invece in generale è buona e, anche se appartiene alla fascia medio-bassa del mercato, garantisce un’esperienza d’uso soddisfacente nel quotidiano.

In generale dunque Oppo A9 2020 è uno smartphone indirizzato a chi voglia dotarsi di uno smartphone valido a un prezzo accessibile, che necessita soprattutto di tanta autonomia ed è disposto a chiudere un occhio su altri aspetti. Questa fascia di mercato però è dominata dalle soluzioni di Xiaomi, soprattutto col suo sub-brand Redmi, e dalla nuova azienda in forte espansione Realme. Per riuscire a emergere dunque Oppo dovrebbe offrire qualcosa in più mantenendo un prezzo competitivo. Missione alquanto ardua, che non riesce pienamente con l’Oppo A9 2020, che resta un’ottima soluzione a basso costo, ma non tale da farsi preferire alle proposte da brand più noti al grande pubblico.

Design

Partiamo come sempre dal design, il biglietto da visita di qualsiasi prodotto consumer. L’Oppo A9 2020 è caratterizzato da linee gradevoli e da una buona realizzazione, che vede l’uso di una scocca in policarbonato, impreziosita però da piacevoli giochi di colore che conferiscono allo smartphone un aspetto davvero curato. Rispetto però ai modelli come Reno 2 e Reno 2 Z, mancano alcuni dettagli più ricercati, come ad esempio la fotocamera frontale “a pinna di squalo”, con meccanismo a scomparsa, sostituita da un più classico notch a goccia. Le cornici inoltre sono maggiormente visibili e le fotocamere posteriori mostrano una sporgenza, seppur minima.

Anche le dimensioni sono importanti, in parte anche a causa dell’integrazione della grande batteria. Oppo A9 infatti misura 163.6 x 75.6 x 9.1 mm, con un peso di 195 grammi, che lo rendono non proprio semplice da utilizzare con una sola mano, specialmente per chi non ne ha di particolarmente grandi.

Classico anche il sensore biometrico per la lettura delle impronte digitali, di forma ovale, posto sul retro dello smartphone, immediatamente sotto il comparto fotografico, in grado di offrire comunque un riconoscimento rapido e preciso, cosa che invece non riesce col riconoscimento facciale affidato alla fotocamera frontale da 16 Mpixel. Che risulta discreto in ottime condizioni di illuminazione ma quasi del tutto inefficace con luce bassa.

Prestazioni

Il frontale è dominato dal grande display da 6.5 pollici di diagonale, molto bello a vedersi ma che rappresenta anche uno dei compromessi più evidenti. Anzitutto infatti troviamo un pannello IPS anziché AMOLED, quindi con luminosità, contrasto e saturazione dei colori non comparabili. La cosa però che delude di più è forse la risoluzione HD+, che si ferma a 1600 x 900 pixel, con una densità di appena 207 PPI, che non consente dunque di ottenere un gran livello di dettaglio su un display così grande.

La piattaforma hardware invece è composta dal SoC Qualcomm Snapdragon 665, abbinato a 4 GB di RAM e a 128 GB di memoria interna espandibile. Si tratta di una configurazione di fascio medio-bassa ma in grado di assicurare nel complesso buone prestazioni, soprattutto per quanto riguarda l’esperienza d’uso quotidiana. In generale, infatti, la navigazione risulta fluida e veloce, mentre qualche esitazione può essere riscontrata, ma solo in determinate circostanze, ad esempio con troppe app in background o utilizzando di più app in contemporanea. A questo prezzo si tratta indubbiamente di peccati veniali, basta non chiedergli l’impossibile, ad esempio prestazioni elevate con i videogiochi.

Completissima la connettività, con supporto dual-SIM (utilizzabile contemporaneamente all’espansione di memoria grazie alla presenza di uno slot a tre), jack audio da 3,5 mm e moduli NFC e Bluetooth 5.0. L’audio stereo, affidato all’unico altoparlante posizionato in basso e alla capsula auricolare, offre un’ottima qualità.

Passiamo infine al comparto fotografico, che si compone di quattro fotocamere e che costituisce il secondo compromesso di questo smartphone, sebbene sicuramente più accettabile dell’altro. Troviamo un sensore principale da 48 Mpixel con obiettivo f/1.8 senza stabilizzazione ottica dell’immagine, uno secondario grandangolare da 8 Mpixel con obiettivo f/2.2, un terzo sensore da 2 Mpixel con obiettivo f/2.4 per la modalità ritratto e infine un sensore monocromatico, sempre da 2 Mpixel.

Una configurazione sicuramente versatile ma con risultati lontani da quelli dei top di gamma. In linea generale, di giorno la fotocamera si comporta bene riuscendo a catturare una discreta quantità di dettagli anche se impastando un po’ i colori dove ce ne sono affiancati di simili, come ad esempio tra le chiome degli alberi. In notturna invece la qualità degrada rapidamente, con un’importante perdita di dettagli, colori un po’ spenti e presenza di rumore digitale, situazione solo parzialmente attenuata utilizzando la modalità notturna. Discorso analogo purtroppo anche per la fotocamera anteriore da 16 Megapixel. I risultati in realtà sono nella media e allineati a quelli ottenibili con altri prodotti della stessa fascia di prezzo. Si tratta più che altro di consapevolezza da parte dell’utente, che non deve nutrire aspettative eccessive.

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