“Era facile amarla perché era una bella emiliana simpatica e prosperosa come solo sanno esserlo le donne emiliane. Grande in cucina e grande a letto. Il massimo che in Emilia si chiede a una donna”. Taglio basso in prima pagina su Libero, 5 dicembre. Un pezzo a firma di Giorgio Carbone ricorda così Nilde Iotti, protagonista di una fiction Rai. Dopo una giornata di polemiche in cui da Pd e 5 Stelle sono intervenuti per denunciare il sessismo dell’articolo, oggi Carlo Verna e Guido D’Ubaldo, presidente e segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, hanno deferito il giornale al Consiglio di disciplina. Si tratta di un organo che può comminare sanzioni, dall’avvertimento scritto fino alla radiazione dall’Albo nei casi più gravi.

“La trasmissione della fiction su Nilde Iotti, a venti anni dalla scomparsa, offre al quotidiano Libero un’altra opportunità per violare le regole principali deontologiche – dicono Verna e D’Ubaldo -. Sessismo e omofobia: il giornalismo è un’altra cosa. Il riferimento fatto a una grande statista, prima donna in Italia a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato, è volgare e infanga con cinismo e allusioni becere tutte le donne italiane, non solo la prestigiosa figura di Nilde Iotti. Abbiamo già provveduto a segnalare al Collegio di Disciplina territoriale competente questo nuovo infortunio del quotidiano milanese”. Per il Cnog, concludono Verna e D’Ubaldo, l’articolo che “infanga la memoria di una grande donna che ha fatto la storia italiana”. Un pezzo condannato anche da Fnsi, Usigrai, Ordine dei giornalisti e l’associazione Giulia giornaliste che, annunciando un esposto all’Odg, in una nota congiunta “condannano il linguaggio oltraggioso e sessista, infarcito di stereotipi, nei confronti di Nilde Iotti e di tutte le donne, ennesima mancata applicazione dei principi contenuti nel ‘Manifesto di Venezia’, e annunciano un esposto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, nei confronti dell’autore, Giorgio Carbone, e del direttore responsabile” Pietro Senaldi.

Anche le deputate Pd sono intervenute insieme contro l’articolo, che “non offende solo la memoria della prima presidente della Camera della storia repubblicana, ma tutte le donne italiane, di sinistra e di destra, moderate e radicali, femministe e non. Ma il testo su Nilde Iotti pubblicato dal quotidiano in prima pagina dovrebbe far insorgere gli stessi giornalisti, donne e uomini, della testata”. Le parlamentari definiscono quello contenuto nel pezzo “un mix di miseri insulti, dei peggiori luoghi comuni, delle più basse battute, che ci dicono quanto lontano è ancora questo nostro Paese nel cammino per la parità tra i sessi e di come rischia di scadere una così nobile professione quando non è in grado di dotarsi degli anticorpi necessari per contrastare questa deriva culturale in cui ci troviamo. Per tutte queste ragioni, come donne e deputate del Partito democratico, presenteremo un esposto all’Ordine dei giornalisti e oggi, a fine seduta, chiederemo anche che la presidenza della Camera scriva al giornale”.

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