È una ex studentessa dell’università di Cambridge la seconda vittima dell’attentato sul London Bridge di Londra ad opera del terrorista Usman Khan che venerdì ha aggredito i passanti con un coltello, prima di essere ucciso a sua volta dalle forze dell’ordine. A riferirlo è stato il vice rettore dell’ateneo citato da diversi media britannici. La ragazza si chiamava Saskia Jones e aveva 23 anni. Entrambe le vittime del 28enne radicalizzato erano ex studenti del prestigioso ateneo britannico, visto che ieri era stato diffuso il nome di Jack Merritt. Il vice rettore di Cambridge, Stephen J Toope, ha inoltre informato che alcuni membri dello staff dell’Università sono rimasti feriti nell’attacco.

Entrambe le vittime e alcuni feriti erano legati all’università perché poco prima, alla Fishmongers’ Hall, nella zona, si era tenuto l’evento Learning Together, il progetto dell’ateneo di Cambridge per il recupero dei detenuti che aveva organizzato la conferenza. Nella sala erano presenti vari docenti, studenti, educatori ed ex detenuti tra cui lo stesso Khan.

Il governo avvia revisione di benefici e permessi per i detenuti
Intanto, come richiesto già venerdì dal primo ministro, Boris Johnson, il Ministero della Giustizia britannico ha iniziato nella notte una revisione urgente dei casi di benefici e permessi, come la semilibertà, a detenuti potenzialmente pericolosi, esaminando almeno 70 casi. Dopo l’attacco di Khan, condannato a 16 anni per reati legati al terrorismo e in libertà vigilata, dopo sei anni di detenzione, da dicembre 2018, contro l’esecutivo si era scagliata l’opposizione Labour, con Jeremy Corbyn che ha accusato il premier di aver stretto i cordoni della borsa con la polizia per motivi di austerità. Sabato Johnson, che si è recato sul luogo dell’attacco, ha promesso “certezza della pena” per i soggetti pericolosi.

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