Un imprenditore nominato dal governo Renzi in Cassa depositi e prestiti Immobiliare Spa e tra i finanziatori della fondazione Open, secondo quanto rivelato da l’Espresso, ha prestato 700mila euro al senatore Matteo Renzi tramite la madre per comprare la villa sulle colline toscane. L’acquisto per un totale di 1,3 milioni di euro risale a giugno 2018, la nomina nella società pubblica di Riccardo Maestrelli al 2015. Poco dopo la pubblicazione dell’articolo, l’ex premier ha fatto una conferenza stampa da Parma durante la quale ha attaccato i pm dicendo che i loro atti sono “un vulnus per la democrazia”. Poi ha annunciato che denuncerà l’Espresso per “rivelazione di segreto bancario” e ha garantito di aver restituito il prestito nel giro di pochi mesi: “Nel 2018 ho ricevuto un importante ritorno economico dalle mie attività: 830mila euro. Nel 2019 saranno più di un milione, sono i miei proventi. Dovendo effettuare un anticipo bancario ho fatto una scrittura privata con un prestito concesso e restituito nel giro di qualche mese, quattro mesi circa”. Interpellato da l’Espresso prima della pubblicazione del pezzo aveva detto “non commento e non smentisco la notizia”.

Della villa in questione si era già parlato al momento dell’acquisto nell’estate 2018: Renzi venne criticato perché poco prima aveva detto di avere solo 15mila euro sul conto. E in quel caso l’ex premier si difese dicendo che aveva semplicemente iniziato un mutuo. E che, concluso l’acquisto, avrebbe rivelato tutte le informazioni. Di quel passaggio però non si era saputo più niente. Oggi l’Espresso scrive che i coniugi Matteo e Agnese, la casa è intestata a entrambi, hanno acquistato la villa con i soldi arrivati dalla famiglia Maestrelli. Come emerge dalle indagini della procura di Firenze sulla fondazione Open, i due coniugi il 12 giugno 2018 hanno fatto un bonifico con la causale “prestito” dal conto corrente di Anna Piccioni, anziana madre dei fratelli Maestrelli per un totale di 700mila euro. I soldi sul conto corrente dell’anziana in Cassa di Risparmio di Firenze arrivano dalla Pida spa, holding fiorentina fondata dal marito e ora gestita dai tre figli e dalla stessa Anna Picchioni. La causa del bonifico è: “Pagamento in conto acquisto 25 partecipazione Mega srl”. Il giorno dopo viene fatto un bonifico di pari importo da quello stesso conto a un altro aperto dal leader di Italia viva presso il Banco di Napoli. Il 13 giugno i coniugi ritirano i fondi chiedendo 4 assegni per 100mila euro ciascuno che sarebbero serviti per pagare la caparra.

Proprio Riccardo Maestrelli era stato nominato dal governo Renzi il 5 maggio 2015 nel cda di Cassa depositi e prestiti Immobiliare Spa. L’imprenditore, come raccontato dal Fatto Quotidiano nel 2016, è proprietario dell’hotel di Forte dei marmi dove l’ex premier fa le vacanze (e ci ha tenuto più volte a specificarlo, sostiene di pagare nonostante l’amicizia). Maestrelli è noto che abbia finanziato la campagna elettorale per le amministrative a Firenze di Matteo Renzi nel 2013. Scrive sempre il settimanale che il marito della Picchioni e padre dell’imprenditore, Egiziano Maestrelli, stando a quanto ricostruito nell’inchiesta su Open, era tra i principali finanziatori della fondazione. Nel marzo 2017 ha donato 150mila euro. A febbraio 2018, dopo la sua morte, dalle srl controllate dai figli partono tre bonifici per un totale di 150mila euro.

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