“Vedere un altro ponte crollare nella stessa regione dove è crollato il ponte Morandi con un altro concessionario stradale che non sono i Benetton continua ad avvalorare la nostra tesi che questi concessionari che non manutengono ponti e strade non devono avere più le concessioni”. Lo ha detto il capo politico del M5s e ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando ad Acireale, in provincia di Catania, in una delle sue ultime tappe del weekend in Sicilia. In serata Di Maio è tornato anche sulle concessioni ad Autostrade per l’Italia, nella bufera per il crollo del Ponte Morandi: “Stiamo lavorando da mesi su quei contratti, che sono stati fatti con il preciso obiettivo di dare allo Stato tutti gli oneri e tutti i vantaggi ai concessionari: dobbiamo riuscire a togliere quelle concessioni“, ha detto il leader M5s ospite a Non è l’arena su La7. “Quando stavo al governo con la Lega, la Lega proteggeva il gruppo Benetton – ha aggiunto – adesso, con le carte che sono venute fuori, ci vuole coraggio per dire di lasciare le concessioni a quel gruppo”.

Roberto Morassut, sottosegretario all’Ambiente, chiede di accertare “subito le cause del crollo di Savona. Se dipende da una frana o da un problema di manutenzione dell’infrastruttura”. “In ogni caso il governo ha ben chiaro che la fragilità del territorio italiano impone un maggiore impegno sul tema della difesa del rischio idrogeologico. Le risorse ci sono e vanno utilizzate responsabilizzando regioni e comuni, che il governo intende coinvolgere negli interventi di messa in sicurezza del territorio”. “Abbiamo anche chiaro – continua l’esponente del Partito democratico – il rapporto Anac sulle concessioni autostradali e sappiamo che ai concessionari va chiesto di onorare contratti e convenzioni con adeguati investimenti di manutenzione soprattutto per le opere d’arte come viadotti, svincoli e sottopassi, che risultano trascurati dalle rilevazioni Anac”, conclude Morassut.

“Quanto accade in maniera sempre più evidente dopo ogni ondata di maltempo conferma la fragilità del nostro territorio – scrive su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti – Ora bisogna programmare subito gli investimenti per mettere in sicurezza il Paese. Questa deve essere una delle priorità assolute dell’agenda di governo. Significa investimenti, procedure più semplici, coinvolgimento dei Comuni e dei territori”.

A proporre una soluzione sono le comunità montane, che da tempo chiedono che la politica intervenga per obbligare i concessionari a investire sui territori parte dei proventi dei pedaggi. “Da almeno dieci anni Uncem chiede alla politica di intervenire affinché i concessionari delle autostrade debbano per legge, in base alla concessione, investire parte del pedaggio pagato dai mezzi che usano l’infrastruttura sui territori che le autostrade stesse attraversano, in particolare quelli montani, più fragili”, afferma Marco Bussone, presidente nazionale dell’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani.

“Numerosi sindaci, in particolare di Comuni lungo l’A32 Torino-Bardonecchia e l’A6 Torino-Savona, hanno fatto questa proposta. Istanza che Uncem sostiene con forza”, aggiunge Bussone spiegando che “anche solo 1 centesimo di euro del biglietto per il pedaggio dovrebbe andare ai territori per interventi volti all’assetto del territorio e alla gestione attiva di boschi lungo le autostrade”. “Questo permetterebbe una migliore gestione dei versanti, senza dover continuamente ricorrere alla spesa pubblica per interventi volti alla prevenzione del dissesto idrogeologico. Ripartiamo da qui nel rivedere i modelli di concessioni dello Stato, a partire dalle autostrade”, conclude Bussone.

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