“Il movimento delle ‘sardine’? Ci sono pezzi del Pd che scendono in piazza con loro, cioè si va in piazza per manifestare mentre si è al governo. Le sardine giustamente scendono in piazza e dicono: ‘Noi siamo qui’. C’è voglia di ritornare nei luoghi della sinistra. Ma prima che questo movimento si estingua come tutti gli altri che abbiamo visto in passato, per esempio il Popolo Viola, cerchiamo di veicolarlo verso dei temi, come il lavoro”. Sono le parole di Dario Corallo, il giovane esponente dem che si candidò nella prima fase delle primarie Pd, intervistato nella trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.

E aggiunge: “Adesso succederà che verranno lanciate le sardine in tutte le città d’Italia e questa bulimia di sardine porterà ad un indebolimento di quel movimento. A Bologna si vota, ma a Perugia si è appena votato e la Lega ha stravinto, quindi di che stiamo parlando? Il Pd decide di cavalcare questa cosa, perché magari torna utile a quel dirigente, a quel capetto far vedere che è vicino al movimento. Io dico alle sardine: state attenti a non farvi fagocitare – continua – L’unica arma che hanno i dirigenti della sinistra quando vedono qualcosa di nuovo è puntare a dissolverlo. La grinta e l’entusiasmo li trovi nel momento in cui sai cosa dire. Il centrosinistra invece ha deciso di rappresentare una parte della società: la medio-alta borghesia. Tutto ciò che sta fuori da quel campo non è più considerato un interlocutore, perché è una condizione che i dirigenti non vedono e non vivono”.

Il trentaduenne parla anche della sua situazione: “Essendo disoccupato in cerca di lavoro, saltando da un colloquio all’altro, è difficile pensare di mettere su famiglia. E’ inutile continuare a blaterare di futuro e speranza, quando poi quello che manca è la minima tutela della dignità della persona. Io sto facendo dei colloqui di lavoro e la metà sono truffe, gente che ti insegna come truffare le vecchiette porta a porta. Oppure capita di essere trattato come se stessi chiedendo l’elemosina – spiega – ti offrono contratti di un mese e ti dicono che un mese di lavoro è comunque un tassello nella carriera. Il problema è antico. La massa enorme di disoccupati e di persone che fanno lavori saltuari è talmente grande che la contrattazione per il lavoratore va al ribasso. A quelli del mio partito basterebbe mettersi nei panni di questi giovani per capire che, quando a questi parli di lavoro o di mettere su famiglia, se ti danno una testata non ti devi stupire”.

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