Documentare l’accessibilità del Giappone in vista delle Paralimpiadi di Tokyo 2020 per rendere fruibile il viaggio e il soggiorno anche alle persone con esigenze specifiche e disabilità in partenza dall’Italia. Con questo obiettivo Giulia Lamarca, attivista conosciuta soprattutto grazie al suo lavoro sui social dove si batte per i diritti dei disabili, è partita per selezionare i luoghi senza barriere e inclusivi per i turisti che vorranno recarsi nel Paese del Sol Levante: la capitale Tokyo, dove si terranno i Giochi, ma anche Kyoto, Osaka, Kanazawa, Hakone, Okayama e Kurashiki. “Lo scopo è quello di verificare sul campo un itinerario accessibile e fornire informazioni turistiche dettagliate per tutte le esigenze”, spiega a ilfattoquotidiano.it Lamarca, che ha anche creato un blog, un profilo Instagram e un canale YouTube rivolti a tutti per raccontare i molti viaggi accessibili fatti personalmente.

La 27enne si trova in Giappone proprio per rendere operativo il suo progetto. “Per tutte queste attività mi sostengono la JNTO, l’ente del turismo giapponese, le catene di hotel che possono garantire piena accessibilità e due linee ferroviarie locali. È la prima volta – aggiunge Lamarca – che viene creata una collaborazione diretta tra un cittadino italiano disabile e uno Stato straniero per quanto riguarda il turismo accessibile all’estero”.

Per quindici giorni circa Lamarca, scelta dall’ente giapponese del turismo in qualità di Disability Travel Blogger, sta documentando il suo viaggio facendo vedere a tutti cosa significa viaggiare in carrozzina in Giappone. “Forniremo un elenco delle città, degli alberghi, dei siti culturali, dei centri sportivi accessibili e metteremo a disposizione un itinerario che comprende anche la verifica dell’accessibilità dei treni. Lo sviluppo futuro sarà ipotizzare anche dei pacchetti turistici utili alle persone con disabilità motoria e sensoriale”, spiega l’attivista.

“Credo fermamente che al giorno d’oggi il turismo accessibile sia fondamentale. Per noi persone con disabilità è un’incredibile vittoria e segno di rispetto che il Giappone voglia investire proprio su questo settore”, aggiunge Lamarca. Inevitabile il confronto con l’Italia: “Sarebbe bello fare progetti di questo tipo anche da noi, ma è molto difficile e lo dico per esperienza diretta”. D’altronde, secondo un report dell’Unione Europea, in tutto il Vecchio continente le strutture turistiche accessibili sono solo il 9% del totale. I dati dello studio dimostrano come il turismo di persone con disabilità valga però già oggi circa 400 miliardi di euro.

Questo nuovo progetto, quindi, “può essere l’inizio di un attività valida e che faccia comprendere anche agli altri Stati quanto il turismo accessibile sia un’esigenza e non un’assistenza superflua”, spiega Lamarca. “Voglio formare le persone e le aziende al riguardo e già abbiamo iniziato a farlo per comprendere e attuare un nuovo modello aziendale basato sull’inclusione. Questo vale – conclude – sopratutto per il turismo che ad oggi è il ramo rimasto più indietro per quanto riguarda la disabilità”.

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