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Incendio nella sede degli scout a Mineo, chi appiccherebbe il fuoco nella casa in cui vive?

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A chi possono fare paura queste persone che sembrano soffrire di giovinezza protratta…? Chi può essere intimorito da queste persone che vanno in giro, con il caldo ed il freddo, con i pantaloncini, calzettoni e scarponi? La stessa paura che ha fatto quel piccolo prete della borgata di Brancaccio alla mafia… Fanno paura la normalità e la quotidianità dell’impegno… Fa paura che il fatto che, con caparbietà, cercano di avvicinare i ragazzi al bene primordiale che è il creato, la natura e le creature in essa contenute.

Chi ci ha fatto disinnamorare dello stupore e della bellezza infinita di questo mondo, che oggi tutti si affrettano a dichiarare come “la casa comune?”

Chi appiccherebbe il fuoco nella casa in cui vive?

Gli abitanti di Mineo, di Monreale e di Paternò non hanno compreso che quelle sedi degli scout sono e rimarranno l’avamposto dove si custodisce la sensibilità al mondo e all’umanità. Se non è anche questo un altro modo di lottare la mafia, non saprei cosa dirvi.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di testimoniare con la nostra vita, l’impegno che abbiamo per noi stessi… magari dedicando meno tempo ad organizzare convegni e tavole rotonde, che – per l’amor di Dio – sono utili, ma solo se seguiti da fatti, come affermava il Beato Giuseppe Puglisi, dicendo: “è importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell’uomo per soldi. Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste. Tutte queste iniziative hanno valore ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole. E le parole devono essere confermate dai fatti”.

PS: anch’io sono stato uno scout ed è grazie al metodo acquisito nello scoutismo che ho potuto e saputo guidare il Centro di Accoglienza Padre Nostro, fondato dal Beato Giuseppe Puglisi per 26 anni. Semel Scout Semper Scout.

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