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Filippo Nogarin, l’ex sindaco di Livorno consulente del ministro D’Incà: “Io riciclato? Contro di me campagna d’odio”

L'ex primo cittadino da due mesi è braccio destro del titolare dei Rapporti con il Parlamento: "Io e lui amici da tempo, mi ha chiamato per dargli una mano sui dossier legislativi". A gennaio sarà deciso il suo rinvio a giudizio per il disastro di Livorno del 2017 (8 morti): "E' un'ipotesi colposa, il M5s ha sempre distinto con quelle colpose"

Il ritorno di Filippo Nogarin. L’ex sindaco di Livorno da settembre, come ha raccontato il Foglio, è diventato consigliere politico del ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, esponente del M5s. In sostanza sarà il suo braccio destro, all’ex primo cittadino – che ha fallito l’elezione alle Europee – sarano affidati i dossier legislativi più spinosi per poter prendere una decisione politica. Nogarin, tramontata anche l’ipotesi che potesse diventare sottosegretario – è imputato per omicidio colposo per l’alluvione del 2017 a Livorno (8 morti), ma la circostanza non sembra sfiorare il Movimento 5 Stelle che delle liste pulite e dei componenti di governo senza indagini a carico ha sempre fatto una battaglia storica. Nogarin risponde: “Il processo non c’è ancora (è stato chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare sarà a gennaio, ndr). Poi il reato che mi viene contestato dai magistrati è di natura colposa e il M5s è sempre stato chiaro sulla questione: un conto sono le ipotesi dolose, un altro quelle colpose. Altrimenti basta una querela e una denuncia qualunque per far morire sul nascere una carriera politica”. A chi lo chiama “riciclato” o “uomo per tutte le stagioni”, risponde che non è così per le oltre 30mila preferenze raccolte alle Europee “guadagnate sul campo”: “Contro di me è in atto una campagna di odio che dura da mesi – conclude – Dire che sono un ‘riciclato’ o un ‘trombato’ è una follia e infatti lo dice qualche pennivendolo che non sa cosa scrivere”.

Da tempo si parlava di Nogarin come di una figura spendibile dai Cinquestelle a livello nazionale, grazie alla vittoria alle Comunali del 2014 quando l’ingegnere aerospaziale di 49 anni spazzò via la sinistra nella città che dette i natali al Pci. Dopo cinque anni di governo grillino, però, Nogarin ad aprile aveva deciso di non ricandidarsi per un secondo mandato, bloccato anche dall’inchiesta sull’alluvione. E mentre i Cinquestelle sono crollati alle Comunali di Livorno (la candidata, la vicesindaco Stella Sorgente, è arrivata terza), Nogarin aveva provato a volare a Strasburgo, invano. Ma nonostante la terza posizione in lista nella circoscrizione Centro non è riuscito a farsi eleggere, complice il crollo del M5s in tutta Italia (alla fine ha raccolto 33mila preferenze, meno dei due eurodeputati poi eletti Fabio Massimo Castaldo e Daniela Rondinelli).

Dopo un’estate vissuta tra gli scogli di Quercianella e la stesura di un libro di memorie, ad agosto si era fatto il nome di Nogarin come possibile sottosegretario del governo Conte 2: non era passata inosservata la sua visita proprio al neoministro D’Incà il giorno del giuramento dell’esecutivo giallorosso. Adesso, tutto si spiega, con l’assunzione a Palazzo Chigi, dove ha sede il ministero per cui lavora: “Io e Federico siamo amici da tempo – racconta l’ex sindaco di Livorno – Adesso mi ha chiamato a Roma per dargli una mano: quando ci sono delle questioni politiche specifiche di cui occuparsi, mi affida i dossier. Per esempio in questi giorni mi sono occupato di un’interpretazione di una legge del 1954 sui pescatori di Chioggia”. Non è escluso che nelle prossime settimane il Movimento gli affidi un ruolo ancora più importante, magari nell’ambito di quella riorganizzazione interna più volte annunciata dai vertici grillini.

Twitter: @salvini_giacomo