Mr. Hater, tu non lo sai ma io ti conosco. Ti conosco non perché abbia letto le frasi che rivolgi a Liliana Segre, una mite signora di 89 anni che è sopravvissuta all’orrore più grande che la Storia abbia creato, una macchina della morte che ha i nomi di Treblinka, Chelmno, Belzec, Sobibor, Majdanek e Auschwitz. Erano i Vernichtungslager, sai, i nazisti li chiamavano così: “Strutture di annientamento”. Lì sono state gasate, fucilate e bruciate centinaia di migliaia di persone esattamente identiche a te, a tua moglie e ai tuoi bambini. Spesso le SS i neonati li lanciavano in aria per fare il tiro al bersaglio, lo sapevi? Erano tutti ebrei, come Liliana Segre.

Vediamo, potrei dirti “Pensa se un giorno il capo del nostro governo ce l’avesse, per esempio, con i siciliani o i marchigiani o i lombardi, e pensa se quel capo del governo avesse anche il potere di eliminarli tutti”. Dormiresti di notte, se tu fossi un siciliano, un marchigiano o un lombardo? Potrei dirtelo, ma non otterrei nessun risultato. Invece voglio metterti allo specchio. Ci siamo conosciuti nei miei 36 anni da poliziotto, anni in cui ho visto il peggio di questo Paese, e certe volte tu eri lì, in mezzo a quella accozzaglia.

Oggi abbiamo i post su Facebook e i commenti ai media online, e tu credi che stare nascosto dietro a un computer nella tua stanza di sera annulli la tua individualità. Pensi di perderti nel mare di migliaia di altri postatori sui social. È l’effetto “branco”, lo stesso effetto di quei bravi ragazzi che, se si trovano in gruppo a stuprare una donna, partecipano alla violenza perché non si sentono più sé stessi ma si percepiscono come avvolti da un organismo collettivo di cui rappresentano una piccola, insignificante parte. È esattamente lo stesso meccanismo di quei bravi figli che, quando si trovano con gli altri della curva nord, aggrediscono poliziotti, carabinieri e avversari perché non sono più Franco, Pino o Sergio, ma una parte insignificante del Collettivo Ultras Curva Nord. Quindi li si nota di meno e “devono” fare quello che fanno gli altri, altrimenti fanno la figura degli idioti. È il “Branco”. Non sei tu che aggredisci ma un altro soggetto, è il branco, e tu “non potevi non fare come gli altri”.

Un attimo, però: il branco ha dalla sua la forza che dà la presenza fisica degli altri, mentre davanti al pc tu sei solo. Il “branco” è virtuale, non lo vedi ma ne percepisci il respiro dietro la nuca. Poi, lo so, quando sei da solo in stanza, con la persona presa di mira non ci parli e lei non può controbattere, perciò credi che scrivere quattro righe su Facebook in fondo non possa causare un gran danno. Credi anche che le normali regole di comportamento che segui al lavoro o con gli amici in rete non valgano. Okay, diciamo che quando sei dietro al pc un po’ ti rincoglionisci, giusto? Dai, ci sta.

Però c’è da chiedersi perché ti diverti tanto ad aggredire verbalmente una signora di 89 anni che neanche conosci e non ti ha mai fatto niente, criticando Adolf Hitler perché non ha portato a termine il “lavoro”. Quando aggredisci un politico, tutto sommato hai dalla tua la giustificazione di avere delle idee diverse, ma la Segre? Perché è di stirpe ebraica? Mr. Hater, sappi che la massa delle persone queste stronzate non le fa, perciò tu hai un problema, lasciatelo dire. Sei uno di quel 30 per cento dell’umanità che ama vivere nell’aggressività, qualunque forma abbia, da quella verbale a quella fisica. Anche in queste cose c’è una graduazione. Sei uno che ama infliggere dolore a gente che neanche conosci, e infatti secondo gli psicologi c’è una forte correlazione fra te, Mr. Hater, e una componente sadica della personalità.

No, non voglio dire che sei un pazzo, perché in realtà ti rendi perfettamente conto del valore che i tuoi comportamenti hanno nella società. È solo che nell’anima hai queste pulsioni un po’ cattivelle che tanto ti piace sputare fuori quando credi di non essere visto. Si chiamano atteggiamenti “psicopatologici”, e significa che tutto sommato sei normale, ma hai qualche comportamento diverso rispetto alla massa. Sei “speciale”, insomma, e tale ti senti quando lanci veleno sulla Segre o su altri. Insomma, quando fai queste cose ti senti potente, sei un Dio, e probabilmente hai anche un’erezione, se sei maschio.

E comunque la politica c’entra poco. Il tuo problema non è essere di destra, di sinistra o dei 5S (ci sono anche nei 5S, credimi). Certo, se poi di notte sogni di partecipare alle parate del ’39 davanti alla Porta di Brandeburgo e sei anche un po’ sadico ed esibizionista, è facile che nei confronti di una donna innocua come la Segre ti possano scappare della maledizioni.

Alle volte cerchi una giustificazione, come quando dici che hanno tolto la scorta a Ultimo per darla alla Segre. Tu non lo sai, ma questa è una cazzata enorme. Gli appartenenti alle forze dell’ordine non hanno la scorta, per il semplice motivo che, se sono minacciati, se l’organizzano da soli, essendo già armati e facendosi seguire da colleghi armati. Te lo dice uno che per 36 anni ha fatto lo sbirro operativo e andava al cinema con una Beretta .9 parabellum bifilare da 15 colpi nella fondina. E sei pure un po’ stupido, scusami ma te lo devo dire, perché tanto la Polizia Postale ti becca sempre e finisci sotto processo per diffamazione aggravata. Che, tradotto in italiano, significa pagare avvocati, essere sputtanato con gli amici, perdere il lavoro, far vergognare la tua famiglia e, prima di beccarti una condanna alla reclusione, dover anche risarcire la vittima. Ne vale la pena?

Dico, è possibile che con tutte le fiction che vedi, queste cose non le sappia? Insomma, Mr. Hater, diciamolo: oltre che vigliacchetto e malvagetto, sei pure un po’ idiota. Ora puoi prendertela con me, tranquillo. È vero, purtroppo sono italiano, bianco e non sono disabile, ma sono pur sempre meridionale. Terrone di quelli puri, pugliese di Foggia come Giuseppe Conte. Hai il campo libero, Mr. Hater. Non me la prendo, ci sono abituato alle offese. Ho visto ben altro. Ma tu, amico mio, sappilo: quando fra poco ti guarderai allo specchio, vedrai sempre e solo un perfetto cog***ne.

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