Ammutinamenti, frecciate, polemiche: un martedì esplosivo quello che ha visto protagoniste Inter e Napoli in Champions. Da un lato Antonio Conte che attacca frontalmente la società dopo la sconfitta col Borussia Dortmund, dall’altro Carlo Ancelotti e il Napoli che violano le disposizioni di Aurelio De Laurentiis mandando in ritiro un pullman vuoto e avviando così un ammutinamento senza precedenti.

Ricomponibile, per quanto rumorosa, la situazione in casa Inter. Se la sconfitta contro il Dortmund, dopo essere andati in vantaggio per due a zero, farebbe perdere le staffe al più mite dei tifosi, era lecito aspettarsi che un passionale come Conte si infuriasse. Le sue dichiarazioni del post partita, tuttavia, sono un attacco frontale alla società, rea secondo il mister di non averlo accontentato sul mercato mettendogli a disposizione una rosa troppo corta. “Mi sono stufato di dire sempre le stesse cose. Venga qualche dirigente a dire qualcosa. Si poteva programmare tutto molto meglio. Non voglio tirare fuori alibi, spero che queste gare facciano capire le cose a chi deve capirle”, ha detto l’ex tecnico della Nazionale dopo la sconfitta.

Uno sfogo ragionato con sguardo al mercato di gennaio? Probabile, ma di certo le parole di Conte non sono piaciute alla società e neppure ai tifosi interisti, a giudicare dai commenti sui social: “Gli hanno preso Barella, Lukaku, Godin, Sensi, Lazaro, Sanchez, Biraghi, spendendo centinaia di milioni, non può parlare come se non avessero fatto mercato”.

Ben più grave la situazione in casa Napoli, dove quel che è accaduto ieri difficilmente potrà essere ricomposto con una cena caprese alla delaurentiisiana maniera. Il patron dopo la sconfitta con la Roma ha mandato tutti in ritiro, decisione poco gradita ai senatori e allo stesso Ancelotti che lo ha dichiarato chiaramente in conferenza stampa prima del Salisburgo: “Non sono d’accordo, ma mi adeguo”.

Dopo il pareggio contro gli austriaci, negli spogliatoi la situazione è degenerata: “Noi torniamo a casa dalle nostre famiglie. In ritiro a Castelvolturno non ci andiamo”, hanno deciso i giocatori all’unanimità, capeggiati dai più rappresentativi. Scelta avallata anche da Ancelotti che ha disertato interviste e microfoni nel post partita andando via dal San Paolo in silenzio assieme ai suoi collaboratori, tornando però in sede.

Un caso eclatante e di difficilissima risoluzione: la squadra si sarebbe tutelata addirittura contattando avvocati per valutare la strada da intraprendere in caso di multe da parte della società. Ancora più complicata la posizione di Ancelotti: la contrarietà al ritiro esternata in conferenza, l’ok all’ammutinamento e il silenzio che permane tuttora lasciano intendere che la frattura con la società è profonda. I rumors non escludono le dimissioni del tecnico di Reggiolo e dall’Argentina rimbalza un’indiscrezione clamorosa che vorrebbe Carletto sulla panchina del Boca da gennaio. E se non sarà in Argentina, è comunque più semplice scommettere su un futuro del mister lontano da Napoli.

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