Il nuovo smartphone Pixel 4 di Google si conferma, alla prova dei fatti, un prodotto con prestazioni da top di gamma, capace di soddisfare le esigenze degli appassionati di fotografia e con molte novità sul fronte del software. Ciliegina sulla torta sono maneggevolezza e trasportabilità, dovute alle dimensioni compatte. Peccato per l’autonomia, che non è impeccabile, per la mancanza della presa jack per le cuffie e per la memoria non espandibile. Nel complesso, comunque, è attualmente il rivale più credibile di iPhone 11.

Design: un top di gamma compatto

Gli smartphone di fascia alta e con dimensioni compatte si contano ormai sulle dita di una mano. Tra questi c’è Google Pixel 4: è un prodotto che si usa tranquillamente con una sola mano. I pulsanti fisici sono perfettamente raggiungibili con le dita così come tutte le porzioni dello schermo. Esternamente è completamente rivestito in vetro, ma non risulta scivoloso, grazie alla finitura opaca della parte posteriore e a quella gommata della cornice.

La colorazione arancione del modello di prova è d’impatto e il chiacchierato modulo fotografico posteriore (molto simile, nelle forme, a quello dei nuovi iPhone 11), pur essendo sporgente, non crea problemi di ergonomia, anche quando il Pixel 4 è poggiato su di un piano solido. La sensazione al tatto è di alto livello. Da notare che Google ha realizzato anche una serie di cover in tessuto (da acquistare separatamente).

Per quanto riguarda lo schermo, è un pannello P-OLED da 5,7 pollici con risoluzione di 1.080 x 2.280 pixel, rapporto di forma in 19:9 e frequenza di aggiornamento di 90 Hz. Il livello di contrasto è molto buono, gli angoli di visuale sono praticamente assoluti. Si vede bene all’aperto, nonostante la luminosità non sia elevatissima: merito anche della copertura con vetro Gorilla Glass 5 che, oltre a proteggerlo da urti e cadute accidentali, beneficia di un buon trattamento oleofobico. Presente la funzionalità Always-On, che consente di visualizzare le notifiche sul pannello anche con lo smartphone in stand-by.

Sul fronte della resa cromatica sono da segnalare dei passi in avanti rispetto ai predecessori. I pannelli P-OLED implementati nei Pixel 2 e nei Pixel 3 mostravano una certa tendenza delle tonalità bianche all’azzurro quando lo schermo veniva inclinato. Questa sbavatura non è presente sul Pixel 4. La frequenza di aggiornamento a 90 Hz invece si attiva solo in determinate circostanze, quand’è necessario rendere le immagini più fluide, perché impatta molto sulla batteria.

Comparto fotografico

Pixel 4 ha in dotazione due sensori fotografici posteriori: il primo è da 12 Megapixel con stabilizzazione ottica dell’immagine, il secondo è da 16 Megapixel e abilita uno zoom ottico 1,8X. Al contrario di molti concorrenti, manca un sensore grandangolare, che può tornare utile in tantissime situazioni quotidiane, ma non inficia la qualità complessiva delle foto.

La presenza dello zoom ottico 1,8X consente, rispetto ai modelli precedenti, di potersi spingere fino a 6X o 8X, mantenendo comunque un livello di dettaglio di buon livello. La modalità notte è ottima e, rispetto a quella di Huawei, restituisce delle immagini con colori decisamente più naturali. Poco da dire anche sugli scatti in diurna, ricchi di dettagli e con una profondità invidiabile. La modalità ritratto è tra le migliori che abbiamo testato.

Discorso analogo per quanto riguarda i selfie. La fotocamera frontale da 8 Megapixel è accoppiata a un secondo sensore che consente di ottenere effetti bokeh (sfondo sfuocato) di primissimo livello. I video beneficiano di un’efficace stabilizzazione combinata (elettronica e ottica), ma si fermano alla risoluzione 4K a 30 fotogrammi al secondo.

Configurazione

L’elaborazione dei dati è affidata al processore Qualcomm Snapdragon 855, affiancato da 6 Gigabyte di memoria RAM. La tradizionale ottimizzazione software di Google permette di ottenere prestazioni di primissimo livello in qualsiasi situazione.

Peccato per la scelta del produttore di dotare la versione base del Pixel 4 di soli 64 Gigabyte di spazio di archiviazione, considerato che non è espandibile, come da tradizione. Considerando l’ampio utilizzo che si fa oggi di foto e video, è una dotazione che, alla lunga, potrebbe stare stretta. Per questo indichiamo come preferibile la variante da 128 Gigabyte. A parte la mancanza della presa jack, sulla connettività non c’è nulla da eccepire: sono presenti Bluetooth 5.0, Wi-Fi Dual-Band, NFC. Chi sceglie il Pixel 4 dovrà procurarsi per forza delle cuffie wireless.

Software

L’esperienza software offerta dagli smartphone Google è unica nel suo genere. Un chiaro esempio è Project Soli, una funzione gestita dal chip Motion Sense, che è collocato nella cornice superiore dello schermo. Serve per catturare forme e movimenti 3D utili per prevedere ciò che l’utente sta per fare. Se, ad esempio, lo smartphone è appoggiato su un tavolo e l’utente si avvicina per prenderlo, i sensori percepiscono il movimento e attivano il meccanismo per lo sblocco facciale. Lo schermo Always-On funziona meravigliosamente e Google Assistant continua a compiere passi da gigante. Ora lo sblocco facciale 3D funziona bene anche al buio.

Il sistema operativo è ovviamente Android 10 senza alcuna personalizzazione. Una curiosità è la la modalità “Shhh”, che attiva la modalità “Non disturbare” capovolgendo il Pixel 4 faccia in giù.

Autonomia

Purtroppo, l’ottimizzazione software non è riuscita a fare miracoli con l’autonomia. La batteria un po’ sottodimensionata (2.800 milli Ampere per ora) ha tenuto acceso il Pixel 4 per 14 ore lontano dalla presa elettrica con il nostro uso abituale (misto tra LTE e Wi-Fi, due account mail attivi, centinaia di notifiche dai social e app di messaggistica istantanea, oltre due ore di telefonate). Significa che difficilmente si riesce ad arrivare al termine di una giornata impegnativa. Per fortuna c’è la ricarica rapida Quick Charge.

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