Salgono a cinque gli arresti nell’ambito della indagini sul ritrovamento di 39 cadaveri nella cella frigorifera di un tir in Gran Bretagna. Dopo il fermo dell’autista nordirlandese del mezzo, Mo Robinson di 25 anni, due presunti basisti del traffico, uno uomo e una donna di 38 anni, e un 48enne nordirlandese fermato nelle ultime ore mentre cercava di imbarcarsi su un volo all’aeroporto di Stansted, la polizia irlandese ha arrestato sabato al porto di Dublino un ventenne nordirlandese. Il conducente del tir è stato incriminato dalla polizia britannica per omicidio colposo.

Intanto i cadaveri sono stati tutti recuperati, ma, quanto riferito dalla polizia, il processo di identificazione non è ancora cominciato. Gli agenti fanno sapere che richiederà tempo dal momento che sono “pochissimi i documenti di identità ritrovati”. Fino ad ora sarebbero venti le famiglie vietnamite che hanno denunciato la scomparsa dei propri figli temendo che possano essere tra le 39 vittime: un rappresentate della VietHome, un’organizzazione della comunità vietnamita nel Regno Unito, ha affermato di aver inviato alle autorità britanniche le foto delle 20 persone scomparse.

Tra queste c’è la giovane vietnamita che prima di morire ha inviato un messaggio di addio ai genitori. Alla Cnn, il padre della ragazza ha raccontato che la figlia avrebbe pagato 34mila euro per raggiungere la Gran Bretagna: “Ho perso mia figlia e i soldi”, ha detto aggiungendo anche che i trafficanti gli dissero, al momento della partenza, che non sapevano ancora con quali mezzi avrebbero raggiunto la Gran Bretagna. “Mi garantirono che avrebbero preso una rotta sicura”, ha aggiunto. Lo stesso è stato per un altro ragazzo vietnamita di cui la famiglia non ha notizie da una settimana, da quando il giovane disse loro che si sarebbe unito ad un gruppo di persone che da Parigi avrebbe poi tentato di arrivare in Gran Bretagna.

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