Autobus, metropolitane, raccolta dei rifiuti, pulizie e mense scolastiche, trasporti disabili, servizi culturali e biblioteche. Oltre a possibili disagi negli uffici anagrafici. Venerdì 25 ottobre Roma chiude per sciopero. La protesta, che durerà 24 ore, coinvolgerà potenzialmente i quasi 25mila lavoratori delle società municipalizzate capitoline, che – a vario titolo – contestano la gestione del Campidoglio e il progetto di razionalizzazione portato avanti dall’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti. L’agitazione è stata promossa da Cgil, Cisl e Uil, con l’adesione attiva dei gruppi di centrosinistra (da Sinistra x Roma di Stefano Fassina al Pd, passando per le liste civiche), che dopo molto tempo si ritrovano uniti in piazza del Campidoglio, dalle ore 10, insieme ai lavoratori, nel contestare la sindaca Virginia Raggi. “È il primo sciopero generale di Roma, non ce n’era mai stato uno prima”, sostiene il segretario generale della Uil di Roma e Lazio, Alberto Civica. Nei giorni scorsi proprio la prima cittadina ha inviato un appello alle parti sociali: “Siate responsabili, il blocco della città è ingiustificato”.

Trasporti, scioperano Atac e Roma Tpl – Si prospetta un venerdì nero sul fronte delle mobilità. Oltre agli 11mila lavoratori di Atac, la società capitolina che gestisce autobus, tram e metropolitane in città, aderiscono alla protesta anche i 2.000 di Roma Tpl, il consorzio privato che si occupa delle linee periferiche su gomma. Ferme restando, le solite fasce di garanzia (da inizio turno fino 8,30 al mattino e dalle 17 alle 20 il pomeriggio), l’astensione dal lavoro sarà di 24 ore. Con Atac ormai incanalata nella procedura di concordato preventivo, le rimostranze dei sindacati si sono concentrate sull’emergenza sicurezza, visto che autisti, macchinisti e personale di stazione denunciano una media di un’aggressione al giorno.

I lavoratori sono stati invitati dai sindacati anche a fornire la loro solidarietà ai dipendenti di Roma Metropolitane – il cui operato ha un impatto visivo minimo nei confronti dei cittadini – dato che la “liquidazione concordata” annunciata dal Campidoglio ha già portato all’individuazione di 47 esuberi. Sul piatto c’e’ anche la prosecuzione dei lavori per la costruzione della metro C, progetto per il quale il centrosinistra ha chiesto alla ministra alle Infrastrutture, Paola De Micheli, il commissariamento governativo.

Rifiuti, appello Ama ai cittadini: “Non conferite” – Lo sciopero di venerdì rischia di mettere in seria difficoltà il flebile filo che tiene in piedi il ciclo dei rifiuti in città. Fra gli 8mila dipendenti della società Ama, infatti, non ci sono soltanto gli operatori ecologici che si occupano, fattivamente, di svuotare i cassonetti o pulire le strade, ma anche coloro che lavorano all’interno degli impianti di trattamento meccanico-biologico (tmb) e quelli che portano i rifiuti agli impianti privati. Fermando i lavori per un giorno si rischia non solo di lasciare per strada tonnellate di immondizia, ma anche di ingolfare i tmb per i giorni a venire.

“Ama spa – si legge in una nota dell’azienda – fa appello al senso civico e alla collaborazione di tutti i romani, affinché nella giornata di venerdì si eviti il conferimento delle varie frazioni di rifiuto”. Tradotto: vietato gettare l’immondizia. I sindacati aziendali sono in subbuglio da mesi per il tira e molla fra amministrazione centrale e vertici societari che non ha permesso ancora l’approvazione dei bilancio 2017 e 2018. “L’obiettivo dell’amministrazione M5s – attaccano dal Pd romano – è quello di arrivare al 2020, così da sentirsi costretti, per legge, a far fallire anche Ama”.

Scuole, protestano bidelli e cuochi. Nidi e materne chiuse – Fra i lavoratori che si annunciano in prima linea, ci sono quelli della Roma Multiservizi, da tempo in lotta con il Campidoglio. La società partecipata al 51% da Ama Spa e al 49% dalle coop private Manutencoop e La Veneta, vede quasi 3mila persone impiegate nei “servizi scolastici”, ovvero pulizia, guardiania, mense e trasporto disabili.

A tenerli in ansia non c’è solo il progetto di gara d’appalto voluto dall’amministrazione – su cui va avanti da 2 anni una battaglia legale – ma anche l’annuncio del taglio del 30% di tutti gli stipendi dopo il servizio della trasmissione Le Iene, andato in onda alcune settimane fa, che documentava irregolarità nella raccolta dei rifiuti per le utenze non domestiche. In questi giorni, alcuni consiglieri municipali hanno denunciato una sorta di sciopero bianco, andato in scena a macchia di leopardo in tutta la città, fenomeno che la scorsa settimana ha portato alla chiusura di almeno una ventina fra nidi e scuole materne.

Gli altri servizi: farmacie, musei e pratiche burocratiche – Lo sciopero, come detto, coinvolgerà anche categorie di lavoratori meno “visibili” agli occhi dei cittadini. Ci sono gli operatori delle 44 farmacie comunali che fanno capo a Farmacap, che terranno le serrande chiuse. Poi ci sono gli impiegati di Aequa Roma e, soprattutto, di Risorse per Roma: questi ultimi coadiuvano i colleghi dipendenti diretti del Campidoglio nel disbrigo di pratiche burocratiche e nella gestione dei servizi anagrafici. A forte rischio anche i servizi culturali e nelle biblioteche: fra questi sicuramente chiusi i Musei Capitolini, a rischio il Macro, il PalaExpo e il Teatro dell’Opera.

“Ci scusiamo per i disagi – hanno detto i segretari cittadini di Cgil, Cisl e Uil, ma bloccheremo la città sperando che stavolta possa servire a far aprire gli occhi all’amministrazione. Non condividiamo le soluzioni portate a Roma da Livorno. Evidentemente il dipartimento Partecipate ha deciso di privatizzare le municipalizzate capitoline facendole morire”.

“Noi aderiamo e vogliamo sostenere questo sciopero – hanno detto i capigruppo capitolini di centrosinistra – che riguarda non solo i lavoratori delle partecipate, ma tutta la città e tutti i cittadini romani che tutti giorni hanno a che fare con i disservizi del trasporto, della scuola e di tutte le attività che riguardano i servizi che le partecipate dovrebbero assicurare”.

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