“Mia moglie è una imprenditrice che ha molteplici attività all’estero, dove vive e lavora, come posso essere a conoscenza di tutti gli investimenti che ha effettuato nel tempo o che intende fare? Allo stesso modo, lei non s’interessa delle mie attività“. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, risponde così, in un’intervista al direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, alla domanda sulla società Petrol Service che ha lavorato per l’Eni in Africa e che secondo la procura di Milano faceva capo a Maria Magdalena Ingoba, moglie di Descalzi e insieme a lui indagata per omessa comunicazione di conflitto di interessi per questa vicenda, oltre che per corruzione internazionale in Congo. Tamburini gli chiede se la Petrol Service “era di sua moglie” e il manager risponde di non saperlo.

Nel box dedicato alle indagini che lo coinvolgono – intitolato “Sono tranquillo e confido che la verità sia accertata” e a parte rispetto alla lunga intervista – Descalzi espone la sua linea difensiva e sulla vicenda delle commesse alle società della moglie afferma che “primo è stato fatto un audit esterno al gruppo, durato un anno, da cui risulta che ogni commessa è sempre sta assegnata in un contesto competitivo. Secondo, le prestazioni sono state effettivamente rese e corrispondevano agli standard contrattuali e di qualità richiesti. Terzo stiamo parlando di vicende la cui genesi risale a prima che diventassi amministratore delegato. Quarto, nessuna delibera al riguardo è mai arrivata all’attenzione del consiglio di amministrazione né alla direzione generale. Quinto, quel tipo di appalti esulava dalle mie competenze manageriali. Infine, se mai avessi avuto conoscenza di un possibile conflitto, lo avrei comunicato”, conclude.

Descalzi si dice “del tutto tranquillo” per le inchieste sulla corruzione internazionale in Algeria e Nigeria. “No”, è la sua risposta alla domanda se ritenga di aver fatto errori. “Confido nel pieno accertamento della verità, che sarà completo alla fine del dibattimento in corso”. “Il processo è in corso. Non voglio fare commenti su un imputato, prima che testimone”, dice poi quando viene interpellato a proposito degli interventi del supertestimone e grande accusatore Vincenzo Armanna.

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