di Massimo Arcangeli

Il personaggio nella foto è Bizzarro (ingl. Bizarro), un supercattivo della Dc Comics dalle frankensteiniane sembianze, partorito dall’immaginazione di uno scrittore (Otto Binder) e di un artista (George Papp).

L’antieroe, che riprende la mise di Superman – di cui a un certo punto, colpito da un meteorite, acquisisce i poteri contrari (sputa raffiche infuocate anziché soffi congelanti, dagli occhi irradia ghiaccio anziché un calore tanto intenso da fondere l’acciaio, è in grado di vedere solo attraverso il piombo anziché riuscire a penetrare con la vista a raggi X qualunque materiale tranne il piombo, ecc.) – parla in modo strano: dice una cosa ma intende l’opposto (bad per good) e si esprime come chi, conoscendo in modo superficiale una lingua straniera, ne semplifichi le forme grammaticali o ne riduca drasticamente il numero, estendendo l’uso di quelle che restano (Me am invece di I am).

Cattiveria a parte, ho pensato un po’ di giorni fa, Bizzarro potrei essere io in versione underground. “E tu?”, ho quindi domandato a un amico. Il gioco è poi proseguito (e continuerà, fino alla grande Notte della Lingua Italiana: l’appuntamento è a Siena, per il 3 aprile 2020). Approfittando della recente uscita di Joker (ispirato a un altro personaggio dell’universo fumettistico Dc Comics), interpretato da uno straordinario Joaquin Phoenix, e della XXVI edizione della rassegna internazionale del Romics (3-6 ottobre), ho chiesto a sconosciuti reali (guardatevi il video) e ad amici virtuali: “Se potessi essere un supereroe o una supereroina, che superpoteri vorresti avere? E come vorresti chiamarti?”.

C’è stato chi ha optato per l’invisibilità, l’ubiquità, il teletrasporto o l’eterna giovinezza, chi per il potere di volare, di perdonare, di leggere nel pensiero o di non stancarsi mai, “per poter lavorare ininterrottamente e poter aiutare gli altri nel tempo rimastomi” (Tommaso Mascia), chi per quello di non provare dolore, chi per l’annichilimento della cattiveria.

Qualcuno sogna di essere un superpaladino ambientale, qualcun altro vorrebbe “parlare tutte le lingue del mondo (con una rapida lettura di un qualsiasi dizionario o testo di lingua, in stile John Travolta in Phenomenon)” (Aliha Mihaela Siddi), altri ancora aspirano a “poter viaggiare nel tempo, avanti e indietro… come Cronoguigonsj” (Alessandra Guigoni) o a conservare, novello Fenice, “i ricordi della vita precedente” (Jonah Salvatore Totino Longo).

C’è chi vorrebbe chiamarsi Chrone, e avere il potere di viaggiare nel tempo (Laura Bonelli), chi propende per Medicamenta (Anna Graziano), immaginandosi nei panni di una supereroina guaritrice, chi accarezza l’idea di spostarsi “all’istante in ogni punto del mondo!” (Maria Boutaleb; il nome: Lampa), chi vorrebbe abolire tutte le guerre, indossando i panni di Peace and Love (Valerio Giacalone Mazzucchelli), e chi vorrebbe conoscersi meglio o essere semplicemente se stesso.

Tra le risposte più interessanti e curiose:

Magic touch, per far guarire tutti i bambini affetti da gravi patologie (Satya Devta Kaur);

– Tutto quello che tocco diventa soldi in contanti: mi chiamo Womanpay (Caterina Emili);

– Superland: carpisce i pensieri e i Pin e terrorizza i pensionati in coda alle poste (Luciano Landini);

– Io vorrei il potere del ProvaTu: far provare a chi compie il male cosa prova la sua vittima. Magari potrei scriverci un racconto: Empathy (Maria Lucia Riccioli);

– Io vorrei essere Ipocrites, calzamaglia nera come gli attori brechtiani e maschera neutra bianca. Il superpotere: smascherare l’ipocrisia e il perbenismo degli altri, al grido di “HyperIpo!” (Lorenzo Acquaviva);

– Io dagli anni delle medie sono Lady Farinata in omaggio a Farinata degli Uberti. Vorrei avere il suo orgoglio nel parlare della sua storia con Dante. Ovviamente anche avere a dispetto l’Inferno (Flora Bozza);

– Avere il potere di aumentare o diminuire dimensioni di ogni cosa a mio piacimento… al mio nome da supereroe non avevo mai pensato, direi Volumex! (Marcello Attolino);

– L’immortalità!!! Con l’arbitrio di poterla regalare a uomini e donne “utili” per essere gestori di un tribunale digitale planetario che si possa occupare, in tempo reale, dai furti di caramelle ai traffici di ogni genere, dai soprusi infantili alla corruzione politica… mi piacerebbe chiamarmi Iustitia (Giuseppe Romanelli).

E tu, chi vorresti essere?

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