Nelle cartelle non ci sarà più il bollettino Rav: bisognerà sempre pagare il fisco, ma si potrà fare con il sistema di pagamento realizzato dallo Stato e gestito dalla nuova società pagoPA Spa nell’ambito dell’attuazione dell’Agenda digitale italiana. Il nuovo modulo pagoPA – spiega l’Agenzia della Riscossione – sostituirà gradualmente il bollettino Rav che nel 2018 è stato utilizzato da cittadini e imprese per oltre 15 milioni di pagamenti di cartelle e avvisi, circa il 90% del totale delle transazioni.
L’adozione del modulo di pagamento pagoPA – spiega l’Agenzia – permette di trovare rapidamente le informazioni di cui il contribuente ha bisogno, di aggiornare l’importo dovuto alla data del versamento e include il QR code per pagare facilmente anche attraverso lo smartphone. Come con il bollettino Rav, si può pagare online oppure alle Poste, banche, tabaccherie e tutti gli altri canali aderenti al nodo pagoPa, portando con sé il modulo di pagamento inserito in cartella.
I bollettini Rarv collegati a comunicazioni già inviate (ad esempio per la “rottamazione-ter” delle cartelle) potranno continuare a essere utilizzati per il pagamento. Lo stesso vale per quelle comunicazioni che verranno ancora inviate con i Rav fintanto che non si concluderà la fase di passaggio a pagoPa. Negli ultimi tre anni sono stati 4,7 milioni i pagamenti tramite il sistema pagoPa ricevuti dall’Agenzia delle entrate-Riscossione che già oggi si posiziona al secondo posto, per numero di transazioni, tra gli enti aderenti alla piattaforma.
Da poco più di 256mila transazioni del 2017, quando l’Agenzia ha cominciato ad attivare il nuovo sistema per i propri canali web (sito internet e app Equiclick), si è passati a 2,2 milioni di operazioni effettuate nei primi otto mesi del 2019 a seguito dell’estensione di pagoPa anche agli altri operatori aderenti al nuovo sistema di pagamento elettronico.