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Brexit, ambasciatori all’Ue e capo negoziatore Barnier bocciano la proposta di Boris Johnson: “Mancano le basi per concludere un accordo”

Già giovedì, la portavoce della Commissione Ue, Natasha Bertaud, aveva invitato Londra a proporre"una soluzione legalmente operativa e non accordi da sviluppare e concordare nel periodo di transizione”. Ora il premier ha solo 10 giorni per arrivare a una firma, secondo quanto previsto dalla legge anti-no deal
Brexit, ambasciatori all’Ue e capo negoziatore Barnier bocciano la proposta di Boris Johnson: “Mancano le basi per concludere un accordo”
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Dopo la fredda risposta della Commissione europea alla nuova, e ultima, proposta del governo di Boris Johnson per giungere a un accordo tra Ue e Regno Unito sulla Brexit, anche da parte dei negoziatori di Bruxelles arriva la notizia che, al termine della riunione tra gli ambasciatori dei 27 (Coreper) e il capo negoziatore, Michel Barnier, gli Stati membri hanno “concordato che le proposte del Regno Unito non forniscono le basi per concludere un accordo“. I diplomatici di entrambe le parti, si legge nella nota ufficiale diffusa da Palazzo Berlaymont, “si incontreranno di nuovo lunedì per dare” a Londra “un’altra opportunità di presentare la propria proposta nel dettaglio”.

A 25 giorni dalla scadenza per la firma di un accordo condiviso sulla Brexit e appena dieci dal limite massimo imposto dalla nuova legge anti-no deal votata dal Parlamento di Westminster, l’estremo tentativo del premier britannico per evitare le dimissioni, a meno che non voglia rimangiarsi la parola e chiedere un’ulteriore proroga a Bruxelles evitando così il no deal, sembra sul punto di naufragare.

Già giovedì, la portavoce della Commissione Ue, Natasha Bertaud, rispondendo alle domande dei giornalisti durante il consueto midday briefing, aveva dichiarato che Bruxelles stava “analizzando il testo e siamo pronti a impegnarci in modo costruttivo su questo testo. Tuttavia ci sono molte domande a cui il Regno Unito deve rispondere”. La frase faceva riferimento proprio alla proposta arrivata da Londra che, ha poi spiegato Bertaud, dovrebbe “avere una soluzione legalmente operativa e non accordi da sviluppare e concordare nel periodo di transizione”, ricordando che il tempo a disposizione per le discussioni è ormai ridotto e che “la discussione del Consiglio europeo deve essere preparata con buon anticipo”.

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