Colpevole di aver ucciso i tre gatti della ex convivente. Con questa accusa la Corte d’Appello di Firenze ha confermato la condanna in primo grado di un anno e sei mesi di reclusione a un uomo che nel settembre del 2015 aveva preso a bastonate e coltellate i gatti della sua ex fino a ucciderli. La donna, al rientro dal lavoro, trovò i suoi gatti di undici anni, Grigiolino e Nera, morti a bastonate, come accertato anche dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pisa, sotto i mobili della cucina. Nei giorni successivi l’uomo, non contento, con un’arma da taglio ha ferito l’altra gatta Nuvola, provocandole lesioni alle zampe e alla coda tanto gravi da costringere il veterinario a sopprimerla.

“Siamo soddisfatti della sentenza. Già il tribunale di Lucca aveva riconosciuto come dall’esame degli atti fosse emersa la piena prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, della colpevolezza dell’uomo – dichiara Ilaria Innocenti, responsabile dell’associazione animalista Lega anti vivisezione (Lav) area animali familiari -. Si tratta di fatti gravissimi che, come riconosciuto dal giudice, denotano mancanza di senso di umanità, un disprezzo per la vita animale, vera e propria crudeltà senza scrupoli e mancanza di sensibilità verso la vita altrui. Con l’aggravante di aver abusato della coabitazione e dell’ospitalità della convivente, di cui aveva approfittato, e che avevano costituito l’occasione per far male agli animali”. Poi si rivolge ai politici: “Ci auguriamo che la morte dei tre gatti sia di stimolo al governo e al parlamento per l’ormai improcrastinabile inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide animali, come richiesta dalla Lav con la campagna #chimaltrattapaga“.

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