Torneo di basket “San Gennaro”, una sfida di pre-campionato, praticamente un’amichevole, nulla di più. A Pozzuoli si affrontano la New Basket Giugliano, squadra di serie C gold e il Basket Casapulla, serie D. Su un contatto tra due giocatori qualcuno grida “negro di m…”: destinatario Raùl Lazaro Diaz, italo-cubano, mentre l’insulto parte da un ragazzo di 18 anni. Si accende un breve parapiglia e Genni Di Lorenzo, il coach del Giugliano, squadra in cui milita Raul, decide che quella partita i suoi non la giocheranno, né proseguiranno il torneo. “E lo rifarei altre mille volte”, spiega Di Lorenzo a Ilfattoquotidiano.it. “Non è la prima volta che capita a Raul. Le altre volte però gli insulti sono partiti dagli spalti, e per quanto innervosito ho scelto di proseguire. Stavolta l’insulto si è sentito nitidamente e la cosa che fa più male è che è arrivato da un ragazzino di 18 anni”.

E poco più ne ha Diaz: 21enne studente e cestista più napoletano che cubano costretto a subire gli insulti sugli spalti o in campo. Al telefono le sue origini cubane sono sostanzialmente impercettibili, il suo accento è partenopeo e privo di qualsivoglia inflessione spagnola. D’altronde Raùl vive a Napoli, studia all’università Orientale di Napoli, lavora a Napoli, gioca a basket a Napoli, fin da piccolo: “Cosa ho pensato quando mi ha detto negro di m…? Stavo per prenderlo a cazzotti, a dir la verità, perché non è la prima volta che mi sento chiamare così: mi è capitato fuori da un palazzetto con due persone che volevano rubarmi la macchina, non essendoci riusciti mi hanno sputato addosso e detto di vergognarmi perché ‘non sono manco italiano’ – racconta – Quanto poi sia paradossale che l’invito a vergognarmi per le mie origini arrivi da due che volevano rapinarmi è un altro discorso”.

Ma epiteti poco gradevoli sono arrivati anche durante le partite di basket: “Mi hanno insultato dagli spalti in altri casi, ma è la prima volta che mi capita di essere insultato da un giocatore in campo. Per questo non ci ho visto più: il basket è di per sé uno sport che ti porta a giocare con persone di ogni nazionalità, per cui essere insultato sul campo mi ha fatto esplodere. Poi ho visto che il coach e i miei compagni andavano via e mi sono sentito meno solo”.

Coach Di Lorenzo conferma: l’abbandono del campo è stata la vera strategia vincente. “È da tempo – spiega l’allenatore della New Basket Giuliano – che era sul punto di esplodere. Quando ho sentito l’insulto e lui che si girava fuori di sé contro l’avversario, sono andato a prenderlo e l’ho portato di forza in un angolo, gli ho chiesto di guardarmi negli occhi ed era sul punto di scoppiare in lacrime. A quel punto gli ho detto ‘noi di qui ce ne andiamo’ e allora si è calmato”.

“Non mi importa di buttarla in politica, non è il mio scopo, faccio altro – sottolinea Di Lorenzo – Ma vedere un ragazzino diciottenne chiamare “negro di m…” un suo coetaneo è preoccupante perché le ipotesi sono due: o pensa davvero quel che ha detto, e allora è un imbecille, o è il riflesso di ciò che ha intorno, di quel che sente e questa seconda ipotesi personalmente mi preoccupa molto. Mi preoccupa perché non ha motivo alcuno di avercela con Raul: è un ragazzo come lui che gioca a basket come lui che vive in Campania come lui e che non gli ha tolto niente”.

Il giovane poi ha contattato Raùl, ma non per scusarsi: “Mi ha chiesto di rimuovere il post che avevo scritto su Facebook per denunciare l’episodio, aggiungendo che sono una brutta persona perché gli volevo fare uno sgambetto. Il problema non sono le scuse mancate: è evidente in base a questo comportamento che proprio non ci arriva a capire quello che ha fatto. E da napoletano dico che il problema è proprio questo: l’ignoranza. Non è stupidità: essere stupidi non è una scelta, e se lo sei pazienza, essere ignoranti invece è una scelta precisa. E vedo tanta gente che ha scelto di essere ignorante”.

Il Casapulla, la squadra nella quale gioca il 18enne che ha insultato Raùl, si è dissociata fermamente dal comportamento del ragazzo attraverso i social. L’italo-cubano e coach Di Lorenzo hanno ricevuto invece ricevute decine di messaggi di solidarietà: “Molti mi hanno detto che ho fatto la cosa giusta – spiega l’allenatore – In realtà ho fatto quel che sentivo in quel momento, però fa piacere trovare tanta solidarietà. Spiace per qualche giovane collega che dice che avremmo dovuto continuare a giocare e abbiamo fatto male ad andar via. Spiace che qualcuno abbia attaccato la Federazione, che non c’entra nulla con quel torneo”. Tra pochi giorni inizia la New Basket Giugliano inizierà la nuova stagione ufficiale: “E se ricapita? Nessun problema, andremo via di nuovo: se il clima è questo lasciamo vincere volentieri gli altri”.

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