Facebook sta investendo per semplificare l’interazione uomo-macchina e permetterci, un giorno, di controllare i computer con la mente e di non trascorrere il nostro tempo usando una tastiera o interagendo fisicamente con un computer. Tutto parte dall’acquisizione di CTRL-lab, una startup di neurotecnologia, che è stato annunciato dal capo della divisione AR e VR di Facebook, Andrew Bosworth, tramite la sua pagina Facebook.

“Passiamo molto tempo a cercare di far sì che la nostra tecnologia faccia ciò che vogliamo, invece di goderci le persone che ci circondano. Sappiamo che esistono modi più naturali e intuitivi per interagire con i dispositivi e la tecnologia. E vogliamo costruirli. È per questo che abbiamo deciso di acquisire CTRL-labs. [i dipendenti] Si uniranno al team di Facebook Reality Labs, dove speriamo di sviluppare questo tipo di tecnologia, su larga scala, e di introdurlo rapidamente nei prodotti di consumo” scrive il manager.

CTRL-labs

L’obiettivo è di sfruttare il know-how della startup acquisita per realizzare “un braccialetto che permetta alle persone di controllare i propri dispositivi come una naturale estensione dei propri movimenti” si legge nel messaggio di Bosworth, che spiega anche come funzionerà. “Hai neuroni nel midollo spinale che inviano segnali elettrici ai muscoli della tua mano, dicendo loro di muoversi in modi specifici, come ad esempio fare clic con il mouse o premere un pulsante. Il braccialetto decodificherà quei segnali e li tradurrà in un segnale digitale che il tuo dispositivo può capire, consegnandoti il ​​controllo della tua vita digitale”.

Questo progetto è solo uno dei tanti tasselli che insieme potrebbero, almeno nelle intenzioni, trasformare il modo in cui comunichiamo con gli oggetti hi-tech. I CTRL-labs di New York potrebbero aiutare il social network a trasformare la sua visione in realtà. La startup ha già lavorato su un braccialetto che “decodifica” i segnali elettrici che vengono inviati ai muscoli della mano, quindi Facebook avrà il compito di valorizzare l’idea e trasformarla in un prodotto reale. Non sarà semplice e probabilmente non avverrà in tempi brevi, ma almeno l’idea di partenza c’è.

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