È stata una sessione di calciomercato lunga, che si è protratta oltre la seconda giornata di campionato, attesa per l’ennesimo tentativo di rincorsa alla Juventus e che, soprattutto, ha inaugurato una nuovo approccio filosofico di società e direttori sportivi. Dopo anni di spending review, di tesoretti e plusvalenze, in Serie A si è tornati ad acquistare i grandi campioni dall’estero. Non solo a Torino, sponda bianconera, dove già l’anno scorso ha messo piede un certo Cristiano Ronaldo, o negli spogliatoi delle milanesi: il mercato in vista della stagione 2019-2020 ha regalato colpi a effetto anche tra le medio-piccole. Senza tenere conto che molte squadre hanno fatto sacrifici per trattenere i loro top player, per una stagione che si spera sia più equilibrata e permetta alle italiane di cogliere i frutti anche nelle competizioni europee.

A dare il via alla stagione dei grandi colpi era stata proprio la Juventus, nella scorsa stagione, quando riuscì a portare a Torino Cr7. Un top player per un top club che negli ultimi anni aveva più volte sfiorato la vittoria della Champions League. E i risultati, non solo sportivi, si sono visti. Inutile valutare le prestazioni di Ronaldo, ancora tra i più forti calciatori al mondo nonostante i 34 anni già compiuti, ma dal suo acquisto la società bianconera ha avuto un ritorno di immagine, sia tra gli appassionati di calcio che tra gli altri obiettivi di mercato, affascinati dall’idea di condividere lo spogliatoio con il cinque volte Pallone d’Oro, ed economico, con il merchandising che, riporta Calcio e Finanza, dall’arrivo del fenomeno di Madera ha registrato un +81%.

Quest’anno, forse ispirati proprio dall’operazione degli Agnelli, molti altri club di Serie A hanno deciso di abbinare scelte tecniche a nomi che scaldassero i cuori dei tifosi. Regina del mercato, da questo punto di vista, è stata l’Inter: agli acquisti di prima fascia da altre squadre del campionato italiano, come ad esempio Barella e Sensi, i nerazzurri hanno rinnovato l’attacco inserendo due calciatori di fama mondiale come Romelu Lukaku e Alexis Sanchez. Vero è che in quella zona di campo hanno perso Icardi e Perisic, ma entrambi erano stati nell’ultimo anno al centro di un conflitto interno allo spogliatoio che si era concluso con l’esclusione dell’argentino dalla rosa.

La stessa Juventus ha mantenuto l’ossatura storica, inserendo però campioni del calibro di De Ligt, Ramsey e Rabiot, tutti provenienti da club di prima fascia. Anche il Napoli, che dalla Roma ha preso Manolas, ha portato (o riportato) in Italia due calciatori ambiti da molti club europei: Llorente e Lozano. E anche la Roma giallorossa ha visto atterrare all’aeroporto giocatori come Mkhitaryan, dall’Arsenal, Smalling, dal Manchester United, e Zappacosta, dal Chelsea.

Scendendo idealmente di posizioni in classifica, il trend non cambia. La Fiorentina ha regalato alla città Franck Ribery, un nome che fino a sei mesi fa era impossibile pensare in maglia viola. E la scelta del presidente Commisso sembra pagare, visto che del trasferimento si è parlato sui giornali di tutto il mondo, il brand viola decolla negli Stati Uniti e le magliette con la 7 vanno a ruba. Urbano Cairo, patron del Torino, ha deciso di battere il record di spesa per un acquisto, portando in Piemonte Simone Verdi dal Napoli per 25 milioni di euro. E anche il Brescia, neopromossa in Serie A, ha deciso di scommettere pesante, con il presidente Cellino che è riuscito a riportare in Italia Mario Balotelli, così come il Cagliari ha riaperto le porte di casa a Radja Nainggolan e chiuso un affare da 16 milioni complessivi per portare il Cholito Simeone in Sardegna. Senza dimenticare che il Bologna ha riscattato Orsolini per 15 milioni, che diventano 30 se si aggiungono anche quelli di Soriano e Sansone.

L’altro punto di forza sono state le mancate cessioni dei top player, eccezion fatta per l’Inter che, però, ha dietro tali scelte soprattutto motivazioni extracalcistiche, creando semmai qualche problema di esuberi, come nel caso della Juventus. Il braccio di ferro dell’estate è senz’altro quello vinto dalla nuova proprietà americana della Fiorentina che è riuscita a trattenere Federico Chiesa, nonostante il pressing forsennato di Juve, Inter e dei club di mezza Europa. “Nemmeno per 100 milioni”, ha detto Rocco Commisso poche ore dopo essere sbarcato in riva d’Arno. Così come Cellino ha rifiutato le offerte milionarie per il baby talento Tonali, il Sassuolo quelle per Berardi, che ha ringraziato con una tripletta alla sua prima in stagione, e la Lazio quelle ben più importanti, come ogni anno, per Milinkovic-Savic e Luis Alberto.

Inoltre, i grandi giocatori arrivano in gran parte da campionati europei che, negli anni passati, sono stati definiti di livello superiore a quello italiano. In particolar modo dalla ricchissima, e fino a poco tempo fa inarrivabile, Premier League, dove un diverso regime fiscale rende meno dispendioso per i club offrire stipendi più alti ai calciatori. Questi acquisti indicano che, forse, il trend si sta invertendo. Guarda caso, il Daily Mail riporta che a Londra si sta pensando di interrompere l’isolamento calcistico britannico e allineare la chiusura del mercato a quella degli altri maggiori campionati. Perché, si sa, una delle regole auree del calciomercato è che i grandi colpi si fanno alla fine.

Twitter: @GianniRosini

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