Nelle ultime due settimane il Regno Unito e l’Italia ci hanno ricordato quanto sia difficile far funzionare la democrazia nell’era digitale e globalizzata. Tra la cacofonia di notizie e smentite, che stampa e politici ci hanno rovesciato addosso ad agosto, ogni schieramento ha potuto raccoglie consensi, infiammare gli animi e persino far riversare nelle strade i cittadini. L’evento più preoccupante non è stato però la forza della propaganda digitale globalizzata, ma l’uso di procedure e protocolli politici per spiazzare gli avversari. In altre parole non si combatte con le ideologie ed i programmi ma con i cavilli procedurali.

In Italia lo avevamo già visto ai tempi della Democrazia Cristiana, durante la Guerra Fredda i suoi politici usarono spesso il protocollo parlamentare per assicurare che la democrazia rimanesse ‘bloccata’, che fosse sempre lo stesso partito a governare. Nel Regno Unito questi trucchetti del mestiere sono stati meno frequenti, ma ciò non significa che non funzionino. Ce lo ha dimostrato Boris Johnson questa settimana.

Il nuovo primo ministro ha prorogato il Parlamento, questa la parola esatta, e lo ha fatto seguendo una prassi legale, che se non ci fosse lo spauracchio della Brexit ad Halloween sarebbe finito tra le notizia di coda. E vediamo perché. In media ogni anno il governo britannico presenta il suo programma e lo fa usando la regina. La sovrana legge di fronte alle Camere riunite il piano d’azione del governo. Da più di due anni ciò non avviene. Governo e Parlamento sono stati così presi dal battibecco Brexit che non c’è stato il tempo per discutere di altro. Il paese è de facto rimasto congelato. Johnson ha detto basta, siamo un nuovo governo e come tale dobbiamo agire e cosa fa un nuovo governo quando si insedia? Presenta il programma e lo fa leggere alla regina

Il protocollo parlamentare a riguardo ha dei tempi durante i quali il Parlamento viene sospeso, anche se a singhiozzo. Praticamente esistono solo alcune finestre di intervento, una si apre già la prossima settimana quando il Parlamento si riapre dopo le vacanze prima di richiudersi. I laburisti potrebbero presentare una mozione contro il governo relativa all’uscita senza accordo dall’Unione Europea, potrebbero tentare di sfiduciare il governo in relazione alla Brexit e forzare Johnson a chiedere una proroga, potrebbero addirittura cercare di annullare la Brexit, tutto insomma è possibile perché nel Regno Unito il Parlamento è sovrano, ma per farlo devono avere la maggioranza in Parlamento. Se non lo hanno fatto fino ad oggi è chiaro che questa maggioranza non c’è, oppure l’opposizione alla Brexit senza accordo è troppo frammentata da non funzionare al voto. In poche parole non esiste un’alternativa abbastanza forte da presentare.

Naturalmente Johnson ha usato questa tattica per evitare che la Brexit non si faccia, ma non c’è nulla di anti-costituzionale, se mai si tratta di un comportamento politicamente poco etico.

In Italia, nello stesso periodo, abbiamo assistito all’ennesimo ribaltone, il governo del cambiamento è diventato il cambiamento del governo grazie alla manovra del Presidente del Consiglio uscente e a quanto pare anche entrante. Conte si è dimesso per essere incaricato nuovamente di fare un governo con gente diversa. Andreotti docet! Nulla di nuovo, dunque, sotto il sole cocente dell’agosto politico. Il partito del cambiamento, il 5 Stelle, si è alleato con il partito di Bruxelles, l’arci-nemico che questo cambiamento ha più volte detto non lo vuole. Difficile capire i motivi di questa alleanza, che solo un mese fa sarebbe stata definita fantapolitica, senza inserire nell’equazione lo spauracchio di Salvini. Come nel Regno Unito anche in Italia la politica è subordinata alla “paura di“, e cioè Brexit senza accordo e vittoria elettorale della Lega, e questo non va bene. La politica della paura fallisce sempre, prima o poi fa cilecca a meno che non venga sostituita da quella vera, ma per farlo nel Regno Unito come in Italia ci vogliono le riforme giuste e né Johnson né Conte bis hanno le maggioranze in Parlamento per farle.

Un detto cinese dice: siediti sulla sponda del fiume ed aspetta che il corpo del tuo nemico ti passi davanti. Governare a colpi di protocollo poteva funzionare ai tempi della Guerra Fredda, quando c’erano le super potenze che facevano il bello ed il cattivo tempo nelle regioni da loro controllate, ma nelle democrazia globalizzate ci vuole molto di più per tenersi la poltrona. Prima o poi alle urne bisognerà tornarci, nel Regno Unito ed in Italia, e li vedremo davvero se l’elettorato è con o contro il governo di turno. L’opposizione per avere l’ultima parola deve pazientare.

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