Avete appena cambiato i serramenti di casa usufruendo delle agevolazioni fiscali? Potreste aver contribuito ad aumentare la quantità di anidride carbonica presente nell’aria. Come riportato in un articolo di Immobiliare.it, gli interventi incentivati dall’ecobonus potrebbero causare uno spreco di energia maggiore del risparmio ottenuto grazie all’intervento stesso. La provocazione arriva dagli organizzatori di REbuild, evento biennale dedicato alla rigenerazione edilizia. Ma è davvero così?

In dodici anni di esistenza, l’ecobonus ha favorito interventi per quasi 40 miliardi di euro, dei quali 3,3 miliardi nel solo 2018: sono i dati citati dal rapporto annuale dell’Enea sull’efficienza energetica. Eppure, anche questa spinta alla ristrutturazione impedisce all’Italia di rispettare i parametri stabiliti dagli accordi di Parigi sulle emissioni di CO2: queste, infatti, andrebbero ridotte del 50% ogni anno.

Come sostiene Thomas Miorin, ideatore della manifestazione Rebuild, «La maggior parte degli interventi incentivati da ecobonus oggi non rispetta questa soglia». Il motivo è semplice: qualsiasi lavoro comporta una certa dose di emissioni di CO2, tra produzione dei pezzi, trasporto e installazione. Se il risultato finale non garantisce un reale efficientamento dell’immobile, il pericolo che l’anidride carbonica prodotta sia superiore a quella risparmiata, anche sul lungo termine, diventa dunque molto elevato.

L’invito degli esperti è perciò quello di valutare con attenzione l’impatto dell’intervento che abbiamo in mente di realizzare, prima di dare l’ok ai lavori. Non basta, infatti, installare dei pannelli solari per efficientare la propria casa: è necessario riqualificare in maniera globale un edificio per garantire un impatto positivo sull’ambiente.

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