È proseguito anche a febbraio il trend positivo per i contratti di lavoro stabili, che era già emerso dai dati Inps su novembre e dicembre 2018 – dopo l’entrata in vigore del decreto Dignità anche per rinnovi e proroghe – e si è molto rafforzato a gennaio. Il nuovo Osservatorio sul precariato dell’istituto di previdenza mostra che nei primi due mesi del 2019 la variazione netta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (cioè le assunzioni più le trasformazioni e meno le cessazioni) risulta positiva per 208.560 contratti, in aumento del 119% sui primi due mesi del 2018. Si conferma il boom delle trasformazioni a tempo indeterminato da rapporti a termine, passate dalle 90.148 del primo bimestre 2018 a 164.223 (+82%). “Sostanzialmente stabili”, scrive l’Inps, le conferme di rapporti di apprendistato giunte alla conclusione del periodo formativo (-1,1%).

Nei primi due mesi le assunzioni totali dei datori di lavoro privati sono state 1.064.000 con un calo del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In crescita anche in questo caso contratti a tempo indeterminato (+6,5%), ma anche quelli di lavoro intermittente (+7,3%). In diminuzione invece i contratti di somministrazione (-36,9%) e i contratti a tempo determinato (-15%).

Le cessazioni nel complesso sono state 792.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2018: la riduzione ha riguardato le cessazioni di contratti in somministrazione, di rapporti a termine e di rapporti a tempo indeterminato. In crescita sono invece le cessazioni di rapporti con contratto intermittente e di contratti in apprendistato.

Nei mesi di gennaio-febbraio 2019 sono stati incentivati 23.105 rapporti di lavoro con i benefici previsti dall’esonero contributivo triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni. Rispetto allo stesso periodo del 2018 si registra una crescita del 12,7%. In particolare 11.382 sono riferiti ad assunzioni e 11.723 relativi a trasformazioni a tempo indeterminato. Il numero dei rapporti incentivati è pari al 5,3% del totale dei rapporti a tempo indeterminato attivati.

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