Mercoledì 31 agosto, ore 15. La convocazione ufficiale ancora non c’è, ma secondo fonti del governo nella riunione del consiglio dei ministri in programma per domani arriverà un decreto sulla scuola e, soprattutto, la riforma della Giustizia voluta dal Guardasigilli Bonafede e al centro del braccio di ferro tra M5S e Lega. Secondo quanto appreso dall’Ansa, alla riunione prenderà parte anche Matteo Salvini. Il disegno di legge delega di riforma contiene interventi sul processo civile e penale, sull’ordinamento giudiziario, su eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura. L’ufficialità dell’approdo in cdm è arrivata dopo il via libera del preconsiglio dei ministri. Il testo è già stato in parte modificato rispetto alla versione originale inviata dall’Ufficio legislativo di via Arenula a Palazzo Chigi, il 12 luglio scorso. Tra le modifiche introdotte, i nove anni di durata massima dei processi, ritenuti dalla Lega un tempo troppo lungo, sono stati ridotti a 6 e per quanto riguarda l’introduzione del sorteggio per la scelta dei togati del Csm è stato spostato nella fase preliminare, seguita poi dall’elezione dei candidati sorteggiati, per evitare che la norma incorra in rilievi di incostituzionalità. Al termine del preconsiglio, è rimasta critica la linea della Lega. Matteo Salvini farà un punto con i suoi e deciderà la linea da tenere in una riunione che terrà prima del Cdm: nessuna anticipazione sulla posizione che verrà tenuta dalla Lega in Consiglio dei ministri.

Il testo scritto dal Movimento 5 Stelle ha già attirato le critiche del leader del Carroccio, convinto che la riforma in questione allungherà i tempi dei processi. Bonafede ha smentito seccamente questa ipotesi: “Non è vero, non so quale versione della riforma abbia letto il ministro Salvini – ha detto ieri ai microfoni di Radio 1 – Non voglio creare nessuna polemica di nessun tipo, sono disponibile al confronto con gli altri ministri per chiarire le loro perplessità, ma deve esser chiaro a tutti che la riforma della giustizia deve andare avanti”. E ancora: “Non so a quale testo si riferisse il vicepremier, ma quello che abbiamo presentato è il frutto di costanti incontri avuti con la ministra della Lega Giulia Bongiorno, oltre che del confronti con magistrati e avvocati. Io – ha spiegato Bonafede – resto aperto al dialogo con tutti, ma al punto in cui siamo arrivati mi aspetto un atteggiamento costruttivo e favorevole per ridurre i tempi dei processi“. Il motivo? A sentire il Guardasigilli “bloccare la riforma della riduzione dei tempi della giustizia vuol dire bloccare l’economia del Paese”.

Sulle richieste dei leghisti che indicano tempi ancora più rapidi, separazione delle carriere tra giudici e pm e riforma delle intercettazioni, il Guardasigilli ha risposto chiaramente, sempre ieri, dalle colonne del Corriere della Sera: “Sui tempi abbiamo introdotto termini perentori entro i quali, se un procedimento non è concluso, i magistrati saranno chiamati a rendere conto del loro operato“, da nove anni, “li abbiamo portati a sei anni – ha fatto sapere – E comunque inserire in questa proposta che tocca tantissimi aspetti, dal processo civile a quello penale alla riforma del Consiglio superiore della magistratura, il tema delle intercettazioni che non incidono sui tempi della giustizia, o la separazione delle carriere che prevede modifiche costituzionali, significa – ha concluso Bonafede – affrontare altri tipi di questioni e quindi procrastinare i tempi di questa riforma. Il Paese non se lo può permettere”. Giornata chiave per gli equilibri del governo, quindi, al pari di quanto accadrà martedì 6 agosto, quando al Senato arriverà il Decreto Sicurezza bis, provvedimento fortemente voluto da Matteo Salvini. Che, però, proprio il 6 agosto ha fissato un nuovo tavolo con le parti sociali al Viminale. L’incontro era stato preannunciato nella prima riunione, tenuta dal ministro dell’Interno il 15 luglio. Al centro dei colloqui dovrebbe esserci la proposta complessiva del partito sulle tasse.

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