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Ultimo aggiornamento: 18:44 del 30 Luglio 2019

Genova, al vertice pure l’ex viceministro Rixi: “Inopportuno? Mia condanna non è definitiva”

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A un anno circa dal crollo del ponte Morandi a Genova, un vertice è stato organizzato a Palazzo Chigi per fare il punto sullo stato dei lavori e della città. Alla riunione, presieduta dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, c’erano anche il vicepremier Luigi Di Maio, il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, il governatore ligure Giovanni Toti, e il commissario per la ricostruzione e sindaco di Genova Marco Bucci. Ma non solo. Perché, in rappresentanza dei partiti, c’erano anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Simone Valente (per il M5s), il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, ma anche il deputato ed ex viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi. 

Lo stesso Rixi che aveva lasciato l’incarico di governo dopo la condanna per peculato sul caso delle “spese pazze” in Liguria, lo scorso 30 maggio. Eppure, per Rixi non sembra esserci alcun problema di opportunità politica nel partecipare al vertice istituzionale a Palazzo Chigi: “Presenza inopportuna? Assolutamente no, sono un deputato e partecipo alle commissioni. Esistono tre gradi di giudizio, siamo in uno stato di diritto“, si difende. E se nelle scorse settimane dal M5s c’erano state polemiche per la presenza al Viminale, per un incontro con i sindacati e le parti sociali, di un altro parlamentare leghista, Armando Siri (sotto accusa per corruzione e a sua volta dimessosi dal governo, per la decisione di Conte e la pressione M5s), questa volta non sembrano esserci state tensioni tra gli alleati di governo, al di là della condanna in primo grado per peculato subita da Rixi: “Polemiche dal M5s per la mia presenza? Non mi sembra, chiedete a loro”. Per poi tagliare corto: “Mi hanno chiesto di venire sia Palazzo Chigi, sia il mio gruppo politico per rappresentare sia la regione che il sindaco, dato che mi sono sempre occupato di questo e conosco bene la questione. E ho scritto parte del decreto Genova“. E ancora. “Non è questione di opportunità politica, ma di leggi. Io sono in piene funzioni. Non mi sottraggo ai miei oneri”.

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