Il giudice per le indagini preliminari di Milano Guido Salvini ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura nei confronti dell’ex presidente Alessandro Profumo, dell’ex ad Fabrizio Viola e dell’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori in relazione alla vicenda del Monte dei Paschi di Siena e in particolare alla contabilizzazione delle operazioni sui derivati Alexandria e Santorini, che risalivano alla precedente gestione di Antonio Vigni e Giuseppe Mussari. Il gip, con un decreto di 9 pagine, ha disposto la “trasmissione del fascicolo ai pubblici ministeri Civardi, Baggio e Clerici per le ulteriori indagini da svolgersi nei loro confronti” entro i prossimi nove mesi. Questo filone era stato trasmesso per competenza da Siena a Milano ed era nato da alcuni esposti di azionisti. Al centro delle indagini, presunte false comunicazioni sociali relative all’iscrizione a bilancio dei crediti deteriorati da parte dei vertici di Rocca Salimbeni nominati nel 2012, dopo la crisi dell’istituto bancario. Iscrizione che sarebbero state fatte a partire dallo stesso bilancio del 2012 fino all’agosto del 2015.

Il gip dopo aver analizzato una relazione presentata dai consulenti della procura generale, Roberto Tasca e Laura Castelli, e quella depositata dal professor Eugenio D’Amico, consulente di Alken Fund, ha notato come siano “ricostruzioni argomentate in modo articolato e confliggenti nelle conclusioni finali” e dunque “la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura non offre una risposta soddisfacente in quanto si limita a riportare nella motivazione le dichiarazioni soprattutto di alcuni funzionari della Banca d’Italia senza ricostruire in modo organico la complessa vicenda dell’esposizione dei crediti deteriorati”.

Per questo il gip ha disposto nuove indagini, per fornire “un approfondimento tecnico ed una verifica di insieme che tengano conto degli opposti elementi forniti dalle parti e che possa affrontare e dare una risposta soddisfacente e definitiva” a una serie di quesiti. Tra i punti da chiarire, il giudice ha chiesto ai pm di “verificare in particolare se, nel periodo di riferimento, la valutazione dei crediti iscritti a bilancio e nelle relazioni semestrali, e le corrispettive rettifiche, fossero corretti da un punto di vista contabile e giuridico, con specifico riferimento ai cosiddetti “non performing loan“. I pm titolari del fascicolo dovranno anche “stabilire di conseguenza l’eventuale valore contabile corretto dei non performing loans negli anni di riferimento 2012-2015 (sino alla semestrale 6.8.2015) che avrebbero dovuto essere iscritti nei documenti contabili”. Sarà poi necessario “verificare quale impatto economico e finanziario sui documenti contabili avrebbe avuto l’eventuale corretta rettifica individuata dalle consulenze mediante l’iscrizione corretta a bilancio di rilevanti porzioni di crediti deteriorati in relazione alle soglie di punibilità dei reati di false comunicazioni sociali nella formulazione al tempo in vigore per i reati così come prospettati”.

Da verificare, infine, l’entità del “patrimonio netto” di Mps “negli anni interessati (2012-2015) all’esito delle eventuali rettifiche sui crediti deteriorati e con riferimento agli indicatori e alla normativa del Comitato di Basilea, al fine di comprendere se l’attività bancaria portata avanti da Monte Paschi, nonché gli aumenti di capitale operati sul mercato proprio in quegli anni, e la doverosa corretta informazione al pubblico da parte dell’istituto, quotato sul mercato di Borsa Italiana, fossero coerenti e veritieri con l’effettiva situazione patrimoniale della banca e se l’informazione veicolata al pubblico fosse coerente” con le comunicazioni effettuate da Rocca Salimbeni. Il giudice indica anche la possibilità di ascoltare alcuni testimoni.

Archiviata, invece, la posizione di Mps per quanto riguarda eventuali illeciti amministrativi perché “la procura generale ritrasmetteva il fascicolo senza procedere nei confronti della banca alla contestazione di violazioni amministrative e quindi il procedimento nei suoi confronti era a questo punto già definito con la conferma tacita dell’archiviazione”.

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