Assolti perché ‘il fatto non sussiste‘: questa la sentenza del tribunale di Siena al termine del processo di primo grado nato dall’inchiesta sulla cosiddetta ‘banda del 5%’ del Monte dei Paschi di Siena. Sul banco degli imputati c’erano Gian Luca Baldassarri, ex capo area finanza di banca Mps, considerato dall’accusa al vertice del disegno criminoso, e altre 12 persone tra dipendenti della banca, e due gruppi di broker, Enigma e Lambda. Nei confronti di due imputati di quest’ultimo gruppo di broker, nel marzo 2018, era stato sentenziato il non luogo a procedere per avvenuta prescrizione essendo stata esclusa dal processo l’aggravante della transnazionalità. Per tutti l’accusa era quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

Secondo la procura senese, la banda faceva ‘creste’ su operazioni con Mps ai danni della banca stessa. Le indagini, partite come costola dell’inchiesta su Mps, avevano portato nel febbraio del 2013 all’arresto di Baldassarri per pericolo di fuga. La misura cautelare fu tramutata poi, nel luglio dello stesso anno, in arresti domiciliari.

La sentenza odierna non ha confermato quanto sostenuto dalla procura di Siena nel corso del processo, che è iniziato ad aprile 2017 e secondo cui gli indagati avrebbero “pilotato il prezzo delle operazioni cui partecipavano Enigma, in qualità di broker, e Mps, in qualità di investitore istituzionale”. Secondo quanto sostenuto dall’accusa – la banda avrebbe realizzato numerosissime operazioni di “acquisto/vendita di titoli ed obbligazioni, in prevalenza su mercati non regolamentari”, con l’accordo che Enigma avrebbe riconosciuto illecitamente ai singoli dipendenti infedeli della banca parte degli utili.

La procura aveva chiesto per Baldassarri una pena di tre anni e otto mesi. Tra gli imputati assolti anche Pompeo Pontone e Giorgio Filippetto, ex responsabile ed ex dipendente del desk londinese di Mps, l’ex capo del trading di Mps Alessandro Toccafondi, Antonio Pantalena, funzionario della banca, e Italia Sinopoli, funzionaria di Bmps Finance. Legato ai dipendenti ‘infedeli’ della banca anche il quintetto di broker del gruppo italo-britannico-maltese Enigma: David Ionni, Maurizio Fabris, Fabrizio Cerasani, Luca Borroni e Agnese Marchesini. “Speravamo nell’assoluzione, siamo pienamente soddisfatti. Oggi possiamo dire che la banda del 5% non è mai esistita”, ha commentato la sentenza l’avvocato Stefano Cipriani, difensore di Baldassarri, presente in aula.

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