I deputati multati per essere saliti sulla Sea Watch a gennaio non ci stanno. E ora ricorrono alla Giunta per le autorizzazioni, tecnicamente l’organismo che decide se far valere l’immunità rispetto ai procedimenti dell’autorità giudiziaria. “Ma la sanzione non c’entra nulla, vogliamo dimostrare di aver esercitato le nostre funzioni di parlamentari”, spiega a IlFattoQuotidiano.it l’esponente di +Europa, Riccardo Magi. Il radicale, insieme ai colleghi Nicola Fratoianni di Leu e Stefania Prestigiacomo di Forza Italia, il 27 gennaio era salito a bordo della motonave Sea Watch 3 per effettuare un’ispezione e verificare lo stato di salute dei 47 migranti che erano a bordo. “Stanno violando la legge, così favoriscono l’immigrazione clandestina“, disse il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nelle concitate ore del braccio di ferro prima dello sbarco a Catania.

Successivamente, ai tre deputati è stata notificata dalla Capitaneria di Porto una sanzione da 2.000 euro a testa, contestando loro di essere saliti prima che sulla nave fosse eseguita la “libera pratica”. “Si tratta di una grave violazione delle prerogative connesse all’esercizio del nostro mandato“, scrivono i parlamentari nella lettera al presidente della Camera, Roberto Fico. “Riteniamo illegittima la multa comminata – si legge nella missiva del 13 giugno – Chiediamo di investire con urgenza la Giunta delle autorizzazioni affinché la Camera dei Deputati dichiari l’insindacabilità dell’attività ispettiva da noi svolta”. Un mandato parlamentare che si attua “grazie alle prerogative che tutelano la libertà d’esercizio“.

Interpellato, Magi aggiunge: “E’ importante stabilire cosa sia reato e cosa prerogativa di un parlamentare”. “In quelle ore – dice il radicale – Salvini ci ha accusato di favoreggiamento di immigrazione clandestina, che si tratta di un’accusa molto grave. La sanzione comminataci, invece, riguarda tutt’altro, ma non è quello il punto. Vogliamo affermare il diritto e dovere di un parlamentare, anche per il futuro, di svolgere il proprio ruolo

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