E’ stato il suo portavoce appena eletto segretario. E’ l’uomo che da venti anni tiene i rapporti tra la Lega e Mosca. L’associazione di cui è presidente, che si chiama “Lombardia-Russia”, ha sede negli uffici di via Bellerio, gli stessi del Carroccio. Ma Matteo Salvini dice di non sapere cosa ci facesse Gianluca Savoini a Mosca nell’ottobre 2018 e a Villa Madama il 4 luglio nell’incontro bilaterale con Vladimir Putin.

“Savoini non era invitato dal ministero dell’Interno”, ha detto il ministro dell’Interno in una conferenza stampa alla Camera. E riferendosi alla visita a Mosca, ha aggiunto: “Posso produrre i documenti di tutti i passeggeri che hanno viaggiato con me. Che ne so cosa ci facesse al tavolo? Chiedetelo a lui. Faccio il ministro dell’Interno e preferisco occuparmi di cose serie. Questa inchiesta è ridicola“. L’inchiesta è quella aperta dalla Procura di Milano dopo gli articoli pubblicati da L’Espresso a febbraio e l’audio messo sul web da Buzzfeed in cui Savoini tratta con tre russi un presunto finanziamento alla Lega in vista delle europee del 26 maggio. Indagine nell’ambito della quale la Procura sta valutando di avviare una rogatoria in Russia, ha appreso l’Ansa da fonti vicino al dossier.

“Vado in giro con centinaia di persone; cosa facciano e cosa chiedano a nome loro non mi è dato saperlo”, ha aggiunto segretario della Lega. “Ho totale fiducia nella magistratura italiana, che è la più solerte, efficace e libera del mondo… – ha aggiunto Salvini – E se c’è un solo rublo fuori posto sono il primo ad arrabbiarmi, ma non credo ce ne siano“.

Martedì, quando il sito americano aveva pubblicato gli audio di Savoini, il partito si era affrettato a scaricare lo storico esponente del Carroccio: “C’è gente un po’ che millanta – aveva detto il numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti ai microfoni di Rai Radio1 – C’è in giro un sacco di gente che parla in nome e per conto del sottoscritto, chissà quante cose si inventa. Nel caso specifico a me sembra che qualche fanfarone le sparava grosse e qualcuno in modo opportunistico per gettare discredito su Salvini”.

La Repubblica ha chiesto conto alla Lega anche della presenza di Savoini nella delegazione del ministro dell’Interno durante la sua visita a Mosca del 15 e 16 luglio 2018. “Gianluca Savoini non ha mai fatto parte delle delegazioni ufficiali in missione a Mosca con il ministro – ha risposto una portavoce di quest’ultima al quotidiano capitolino – né a quella del 16 luglio 2018 né a quella del 17 e 18 ottobre dello stesso anno”. Eppure Savoini il 17 luglio diceva l’esatto contrario: “Ho sempre fatto parte delle delegazioni in Russia di Matteo Salvini sin da quando veniva in visita nella Federazione come segretario della Lega – spiegava il leghista a La Repubblica – Visite che ho contribuito a organizzare“.

Stando alle dichiarazioni, però, Salvini e la Lega sanno appena chi è Gianluca Savoini. Eppure la sua associazione ha sede ha via Bellerio. “Stamattina alle 11 siamo stati in via Bellerio per chiedere se Savoini trattava con i russi per conto della Lega – spiega Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri alla Camera – Andando là abbiamo anche scoperto che la sede di Lombardia-Russia, l’associazione di Savoini, si trova proprio nello stesso edificio in cui ha sede la Lega. Insomma la sede del partito di Salvini e quella di Savoini coesistono a poche decine di centimetri una dall’altra”.

“Con che credibilità di fronte a questo – aggiunge – fanno finta di non conoscere Savoini? Non possono fare finta di niente, devono rispondere a due domande con chiarezza: è vero che c’è stata questa trattativa? Quando dicevano di voler togliere le sanzioni ed uscire dall’Ue, lo facevano sotto dettatura da Mosca? Non lasceremo tregua a Salvini finché non si saprà la verità. Non è una questione politica: ne va della nostra democrazia e della nostra sicurezza nazionale“, conclude Quartapelle.

Alla cena del 4 luglio a Palazzo Madama c’era anche Giuseppe Conte. “Non conosco Savoini. Non l’ho mai incontrato personalmente”, ha detto il premier, spiegando che il leghista era presente alla cena in onore di Putin a Roma solo perché partecipò al forum Italia Russia del pomeriggio. “Ho visto le foto e ho fatto accertare”, spiega Conte: alla cena erano invitati “autonomamente” i partecipanti al forum gestito fra gli altri dall’Ispi. “Dobbiamo trasparenza. Abbiamo grandi responsabilità e vi chiarisco la ragione per cui Savoini era a una cena offerta da me”, sottolinea.

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