“Favolosi ribelli” è lo slogan che riecheggia quarant’anno dopo. Proprio a Pisa il 24 novembre 1979 sfilò il primo corteo del Movimento omosessuale italiano e sabato diecimila persone torneranno a percorrere le vie della città in occasione del Toscana Pride 2019. Il Comune guidato dal sindaco leghista Michele Conti però non ha concesso il patrocinio e ha invece confermato l’uscita dalla “Rete Ready”, il network nazionale delle amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Nonostante questo il sindaco del Carroccio eletto un anno fa ha comunque autorizzato la manifestazione, a differenza del “Canapisa” di metà maggio: “Pisa è da sempre una città aperta e disponibile al confronto – ha detto – e i pisani sapranno dimostrarlo anche sabato prossimo, anche quanti sono su posizioni diametralmente opposte a quelle sostenute al Toscana Pride”. Poi, però ha aggiunto che in una società “complessa” la libertà sessuale “deve essere rispettata senza discriminazioni” ma “rispetto non significa adesione a quelle istanze”.

Il corteo – Sabato prossimo sotto la torre pendente sono attese circa 10mila persone che sfileranno per le vie della città con uno slogan preciso, in parte anche critico nei confronti di Matteo Salvini: “Resistenza quotidiana all’omofobia e alla transfobia, al razzismo, al sessismo e alla cultura dell’odio che chiude i porti e mette a rischio i diritti faticosamente conquistati”. Per questo, e per il timore di strumentalizzazioni politiche, il Comune ha deciso di non concedere il patrocinio. La manifestazione di sabato non ricorderà solo il quarant’anni dal primo corteo del Movimento omosessuale italiano ma anche i cinquanta dai moti di Stonewall del 27 giugno 1969, quando la comunità LGBT di New York scese in piazza scontrandosi con la polizia della Grande Mela e dando vita al movimento omosessuale in tutto il mondo. Per ricordare quei giorni, sabato a Pisa ci saranno anche due icone del mondo LGBT: la presidente del Movimento Identità Trans (MIT), Porpora Marcasciano, e l’attivista pisano del collettivo Orfeo che organizzò il corteo del ’79, Andrea Pini. “Ci attendiamo grande partecipazione da tutta la Toscana e non solo – ha annunciato il presidente del Comitato Toscana Pride, Junio Aglioti Colombini –. In un momento storico di nuove violenze, ripartiamo dalle nostre radici”.

Il mancato patrocinio – Il ritrovo della manifestazione è previsto per le 16 in via Benedetto Croce (pieno centro di Pisa) e si articolerà sui lungarni fino a Piazza Carrara dove si concludono molti eventi pubblici cittadini. A dare il patrocinio all’evento sono stati più di 60 enti tra cui molti negozi e alberghi ma anche enti pubblici come la Regione Toscana, le province di Pisa, Livorno, Massa Carrara, Grosseto e Pistoia, la Scuola Superiore Normale e l’Università di Pisa, Firenze e Siena, ma anche i comuni di Firenze, Livorno e Pistoia. A mancare all’appello è proprio il Comune che ha scelto simbolicamente di non aderire all’iniziativa. E il motivo lo spiega Edoardo Ziello, giovane deputato della Lega e sindaco ombra di Conti: “E’ difficile dare patrocini ad eventi che tendono ad essere strumentalizzati politicamente – spiega al fattoquotidiano.it –. Ideologicamente siamo inclusivi ma non vorremmo che, dato il patrocinio, lo utilizzassero come una clava contro il ministro Matteo Salvini. E soprattutto non abbiamo avuto rassicurazioni dagli organizzatori”.

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