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Ultimo aggiornamento: 17:45 del 4 Luglio 2019

Migranti, Minniti: “Dite a Fratoianni che il compagno Minniti è vivo e lotta nel Pd”. E attacca il governo su Sea Watch

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Fratoianni dice che nel Pd è stata archiviata la mia linea sui flussi migratori? A me sinceramente non pare, anche se, come è noto, nei giochi amorosi il tradito è l’ultimo a saperlo. Dite a Fratoianni che il compagno Minniti è vivo e lotta insieme a noi. Certo, ancora stiamo verificando questa notizia, perché quelli sono ambienti abbastanza delicati, non dicono mai fino in fondo la verità. Ma pare che sia vera”. E’ la stoccata che l’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, rifila nel corso di Omnibus (La7) al deputato di Liberi e Uguali, Nicola Fratoianni, e al suo partito.

Il deputato Pd puntualizza: “Vorrei ricordare che i trattati internazionali con la Libia sono ancora in vigore. Nessuno li ha cancellati, né li ha stracciati. Anzi, molti considerano quei trattati una cornice internazionale oggi fondamentale”.
E aggiunge: “Che effetto mi ha fatto vedere Delrio sulla Sea Watch? Ha fatto quello che lui sentiva di fare. Non mi sembra né una bestemmia, né una cosa che vada contro un sentimento di un partito che si chiama ‘Partito Democratico’. Ma il problema non è la Sea Watch. Il problema è che la nave è stata tenuta per 18 giorni fuori da qualunque porto. Non c’era nessuna emergenza, non c’era nessuna scelta che potesse giustificare il fatto che quella nave con 42 migranti a bordo veniva tenuta fuori da un porto italiano. E la cosa più paradossale è che, mentre a quei migranti veniva impedito lo sbarco, altri 100 sbarcavano al porto di Lampedusa, gestiti direttamente dai trafficanti di esseri umani. C’è stata una responsabilità gigantesca del governo italiano“.

Circa la sua posizione nei confronti delle ong, Minniti sottolinea: “E’ assolutamente vero che io abbia detto alcune cose sulle ong. Ma con loro noi abbiamo discusso, non abbiamo imposto nulla per legge. Io penso che sui temi umanitari non si possa intervenire per decreti legge. Noi allora proponemmo per le ong un codice di condotta sulla base di un documento di inchiesta parlamentare approvato all’unanimità dal Parlamento. Noi, o meglio io ho scelto di non agire d’imperio. Ho discusso”.

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