“Va ridotta la sfiducia non inseguendo obiettivi dannosi, e va enfatizzata la capacità di crescita dell’economia attraverso investimenti pubblico-privati”. Così governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che mette in guardia da “l’incubo del disavanzo che non asseconda la richiesta di stabilità dei mercati”. Se “si alimenta la paura, che molti di noi possono avere, che alla fine la politica sia quella di distaccarci dall’Europa – ha detto il numero uno di Banca d’Italia – i mercati la ascoltano e si assicurano contro questo rischio. Così sono vari punti base di tassi di interesse più alti che vengono richiesti”.

Sono necessarie, a suo avviso, “fiducia e capacità di programmazione” per evitare quello che chiama “incubo del disavanzo”. Il problema del Paese, ha aggiunto, “è stabilizzare l’economia, perché di fronte anche a una situazione di choc tutto dipende dalla capacità di distribuzione della spesa”. Rispondendo alla domanda se vi sia un pericolo di inesigibilità del debito italiano, Visco ha detto che “è un rischio pari a zero”

Tuttavia, ricorda, “sicuramente c’è una preoccupazione sulla crescita con tassi di interesse così alti”. Se “l’emissione di titoli pubblici vede 2,5 punti in più rispetto alla Germania e uno in più di uno rispetto a Spagna, questo si trasferirà piano piano in tutti i meccanismi che concedono credito a livello privato – ha spiegato – e questo trasferimento alla fine rallenta la capacità di crescere dell’economia con effetti sugli investimenti”. Perché, ha ribadito, “c’è un legame tra spread e fiducia: lo spread misura il rischio che prima o poi il debito non sia ripagato, e credo che sia rischio zero, e c’è un altro aspetto, e credo anche questo sia basso, ma è enfatizzato da dichiarazioni che alimentano paura che la politica punti a distaccarci dall’Europa”.

Visco si è soffermato poi sulla possibilità, proposte anche attraverso disegni di legge, di una riforma di Bankitalia: “Le premesse di tutto ciò vanno affrontate con serietà e attenzione”, ha detto. “Sull’indipendenza rispondo come rispondeva Azeglio Ciampi: più che l’indipendenza è molto importante l’autonomia di giudizio – ha concluso – se chi opera in Banca d’Italia è libero di esercitare il proprio giudizio”.

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