Erano state selezionate per frequentare una Summer School di una settimana in Irlanda, il cui tema era “Legge e disabilità”. Ma non sono potute neanche arrivare al convegno perché non è stato loro permesso di partire anche se hanno seguito, come fanno sempre, tutte le indicazioni al momento della prenotazione del volo. E’ quanto accaduto sabato 15 giugno alle due sorelle Elena e Maria Chiara Paolini, attiviste per i diritti delle persone con disabilità. Le due sorelle hanno creato un movimento chiamato “Liberi di fare” per accendere i riflettori sul tema dell’assistenza personale dei disabili, chiedendo alle istituzioni, tra le varie cose, maggiori risorse da destinare al Fondo per la non autosufficienza. Per spostarsi usano carrozzine elettriche e dovevano viaggiare da Bologna a Dublino con Aer Lingus. Ma per due volte in 48 ore le è stato impedito di viaggiare come tutti gli altri passeggeri.

“Ci sentiamo discriminate perché disabili. Ci siamo sentite come dei passeggeri di serie B” denunciano a ilfattoquotidiano.it le sorelle. Che cosa è successo all’aeroporto di Bologna? “Ci hanno detto che le batterie non andavano bene per volare, e invece noi avevamo ricevuto l’ok dalla compagnia aerea. Poi ci hanno detto che non potevamo volare sdraiate. Di solito viaggiamo stese – spiegano – su due sedili extra che acquistiamo, ma hanno detto che non era possibile. Noi abbiamo detto che allora eravamo disposte anche a volare sedute, con meno comfort. Ma ci hanno negato anche questo e subito hanno riportato il discorso alle batterie. Ma ormai era passato il tempo e il volo era perso” raccontano. “Il giorno dopo abbiamo acquistato un altro biglietto con Lufthansa e ci hanno chiesto un certificato da un medico che dicesse che potevamo viaggiare sedute. Noi glielo abbiamo fornito, ma all’imbarco hanno più volte insinuato dubbi sulla sua validità e hanno detto che comunque non era sufficiente. Cosi ci hanno rimandato ad un modulo da riempire e inviare in Germania dove un medico avrebbe constatato la nostra idoneità a volare. A quel punto era di nuovo troppo tardi per partire”.

Quali sono state le motivazioni per spiegarvi che non potevate partire per Dublino? “Davvero difficile capire quale fosse il problema specifico – risponde Elena – Le batterie prima andavano bene, poi improvvisamente non andavano più bene. Una cosa molto grave è che una volta deciso di adeguarci e stare sedute sui loro sedili, comunque non gli andava bene uguale”. Alle due sorelle è parso chiaro che non ci fosse proprio la volontà di farle partire. “Noi abbiamo volato parecchie volte con Ryanair, Tunisair e Alitalia, stese legate con le cinture chiaramente, e non è mai stato un problema. Il nostro non è un caso isolato purtroppo” denunciano. Di questo le due sorelle parlano anche nel loro blog. “Da queste storie è evidente come si facciano perdere voli con leggerezza, ignorando danni morali, economici e professionali. Da noi disabili ci si aspetta che non abbiamo cognizione dei nostri diritti. E’ ora di finirla”.

Per parte sua lo scalo bolognese ha risposto alla denuncia postata su Facebook dalle sorelle Paolini: “Con riferimento a quanto diffuso attraverso i canali social da due persone con disabilità, la società Aeroporto G. Marconi di Bologna (AdB), nel ribadire la sua politica di attenzione a tutti i passeggeri, senza distinzioni o discriminazioni di alcun genere, è loro umanamente vicina e profondamente dispiaciuta per l’esperienza personale vissuta”. L’AdB sottolinea che “le attività di accettazione dei passeggeri non sono effettuate da proprio personale ma da società terze che operano in nome e per conto delle compagnie aeree, in qualità di gestore aeroportuale verificherà che da parte delle compagnie aeree e delle società di handling non vi siano stati comportamenti non coerenti con le procedure previste per l’imbarco dei passeggeri con disabilità”. Il comunicato di AdB conclude dicendo che “valuta qualsiasi accusa di comportamento discriminatorio da parte dei propri operatori come completamente infondata: su questo aspetto – termina la nota – la società è anche pronta a tutelarsi, qualora fosse necessario, nelle sedi opportune”. L’aeroporto di Bologna, aggiunge l’ente gestore dello scalo, è impegnato da anni per favorire la mobilità di passeggeri con disabilità e di recente ha firmato un Protocollo d’Intesa per la Promozione del Turismo Accessibile con il Comune di Bologna, il Disability Manager e la Consulta per il superamento dell’Handicap. Secondo quanto scritto da AdB questo accordo “ha favorito una sistematica e continuativa collaborazione con le realtà del territorio per il miglioramento dei servizi offerti agli utenti disabili. Nel 2018 AdB ha assistito 41.252 passeggeri a ridotta mobilità, in crescita del 7% sul 2017. Da analisi effettuate da una società indipendente, il 99% dei passeggeri a ridotta mobilità ha espresso una valutazione positiva sul servizio”.

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