Nuova maturità, si parte. Con le buste per l’orale a mo’ di quiz tv, ma senza più il temuto quizzone. E poi la prima prova rivoluzionata, senza più saggio breve e tema storico. Saranno 520mila gli studenti che l’affronteranno domani. Sei le ore a disposizione, come sempre. “Non sono per nulla poche. Per questo ho suggerito ai miei ragazzi di usare la prima ora per leggere bene tutte le tracce e scegliere con attenzione quella in cui possono spendere meglio se stessi”, consiglia Fausto Lazzari, insegnante di italiano al liceo delle Scienze umane Munari di Crema (Cremona) e regista teatrale. “Invece purtroppo gli studenti arrivano spesso all’esame avendo già deciso quale tipologia di tema svolgere”.

Non sempre l’idea che si sono fatti è quella giusta, secondo il professore: “Molti scartano a priori l’analisi del testo perché la ritengono difficile, hanno paura che possa uscire un autore che conoscono poco. Invece basterebbe concentrarsi sul brano e ragionare sulle domande”. Una delle novità di quest’anno riguarda proprio la tipologia A della prima prova: i testi proposti non saranno più uno, bensì due, probabilmente un brano di prosa e una poesia, con autori scelti tra quelli attivi dopo l’Unità d’Italia. Per quanto riguarda la tipologia B non ci sarà più il saggio breve o articolo di giornale, ma la produzione di un testo argomentativo su una delle tre tracce presentate: prima si dovrà rispondere ad alcune domande di comprensione per poi dedicarsi a un elaborato vero e proprio. “Una sorta di breve tema in cui mettere anche le proprie esperienze personali – spiega Lazzari -. Dalle simulazioni rese disponibili dal ministero nel corso dell’anno si è visto che in quasi tutte le tracce delle diverse tipologie viene chiesta l’esperienza personale, il che dovrebbe rassicurare gli studenti”.

Abolito il tema di argomento storico, per la nuova tipologia C, la riflessione critica su tematiche di attualità, i candidati potranno scegliere tra due tracce accompagnate da una citazione che dia lo spunto per partire. In sostanza qualcosa di molto simile a quello che sino all’anno scorso era il tema di attualità: “Molti lo considerano il più facile – continua Lazzari – ma secondo me non è così. Anche perché richiede da parte dello studente conoscenze ad ampio raggio che non sono assolutamente scontate”. Altri consigli? “Gli studenti rimangano tranquilli, sereni e concentrati. Chi è arrivato sin qui può star certo che la maturità la supererà. E se ha qualche problema durante lo scritto, provi a chiedere un aiuto, un chiarimento ai commissari”.

Passata la prima, giovedì 20 giugno toccherà alla seconda prova, diversa in base all’indirizzo di studi. E anche qui il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha voluto una novità: gli studenti non dovranno più portate una sola materia, ma due. Sia latino che greco al liceo classico, matematica e fisica allo scientifico. “Per i miei alunni del liceo delle Scienze umane – spiega Lazzari – la difficoltà sarà mettere insieme in uno stesso tema due materie diverse come il diritto e, appunto, le scienze umane”.

Eliminata la terza prova, quel quizzone che “per molti era un terno al lotto”, si passerà direttamente agli orali. E qui sta, secondo Lazzari, la novità più temuta dai maturandi che non dovranno più presentarsi con una tesina già pronta come fonte di ispirazione per le prime domande. Ma dovranno ‘pescare’ una busta, con dentro l’argomento o i quesiti con cui rompere il ghiaccio. Già, perché da quest’anno il ministero ha stabilito che ogni commissione prepari degli spunti e li chiuda in un numero di buste pari al numero di alunni più due, in modo che ognuno ne possa scegliere una tra le tre che gli vengono proposte. “Quando l’abbiamo saputo – racconta l’insegnante – ci è sembrata una cosa ridicola, pensavamo fosse uno scherzo. E invece no, era tutto vero. Spero che i docenti siano in grado di interpretare questa nuova modalità con un po’ di umanità. Per evitare che l’orale sia più sterile e meno coinvolgente degli anni passati”.

Nelle intenzioni del ministero le buste dovrebbero garantire “trasparenza, chiarezza, correttezza e parità” nello svolgimento dell’orale. Maggiore equità – sempre secondo il Miur – dovrebbe essere assicurata anche dalle nuove griglie nazionali di valutazione fornite alle commissioni per una correzione più omogenea delle prove. Novità anche nella formazione del voto: sul punteggio finale, sempre in centesimi, avranno più peso i risultati dell’ultimo triennio, con un massimo di 40 punti (fino a oggi erano 25). La commissione potrà poi dare fino a 20 punti per ciascuna delle due prove scritte e per il colloquio, con un bonus fino a 5 punti per i candidati migliori.

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