Da una parte i renziani che attaccano il “nuovo Pd di Zingaretti” perché torna “al vecchio e insopportabile giustizialismo”, dall’altra la prodiana Sandra Zampa che chiede al segretario di “non restare a guardare” e prendere “provvedimenti per evitare la morte del partito”. Nel mezzo l’europarlamentare ed ex pm Franco Roberti che attacca “il degrado della magistratura” e parla chiaramente di “mine allo Stato di diritto”. Il Partito democratico resta in balia dello scandalo del Csm che vede coinvolto l’ex ministro e deputato Pd Luca Lotti. La sua autosospensione non è bastata a calmare la tensione: il deputato ha fatto un passo indietro attaccando i compagni “moralisti senza morale” e “invidiosi”, e, mentre i suoi lo hanno difeso in massa, nessuna voce ferma è arrivata dalla dirigenza. Oltre all’imbarazzo, niente: Zingaretti e i suoi non procedono con atti concreti e preferiscono prendere ancora tempo. L’unico gesto è stata la nomina della nuova segreteria, dalla quale sono scomparsi praticamente tutti i renziani.

I renziani dell’area di Roberto Giachetti e Anna Ascani oggi si sono radunati ad Assisi per l’incontro della corrente “Sempre Avanti”: “Si parla di nuovo Pd, Zingaretti ci spieghi come funziona: vedo tanta nostalgia del passato, uno sguardo indietro, alle ‘gioiose macchine da guerra’, al ‘torniamo al bipolarismò…non vedo novità, solo un vecchio, insopportabile giustizialismo”, ha detto il deputato Pd Luciano Nobili. Quindi ha ribadito la sua “solidarietà per Luca Lotti”, “oggetto di vergognose parole e comportamenti da compagni di partito. L’unica cosa nuova nel Pd è una minoranza che non fa il fuoco amico su chi ha vinto il congresso, diversamente dal passato. Ma la nostra lealtà ha un limite che si chiama pazienza. Alcuni esponenti della maggioranza Pd dicevano in campagna elettorale ‘dovremmo fare un accordo con M5s’, mentre noi ci siamo concentrati sulla campagna. L’unico allargamento di ‘Piazza Grande’ e “campo largo’ sono stati D’Alema e Bersani. D’ora in poi saremo leali ma intransigenti”.

Contro la dirigenza si è scagliato anche il senatore Pd ed ex governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso: “L’autosospensione di Luca Lotti dimostra il suo rispetto nei confronti delle donne e degli uomini del Pd, ma al contempo rivela l’inadeguatezza di come l’attuale dirigenza del partito sta gestendo questa vicenda: la sensazione è quella di vertici sospesi rispetto alla realtà, ovvero all’intelligenza della realtà. Ci troviamo di fronte a un poderoso tentativo di scaricare sulle forze innovatrici del nostro partito le storture che da decenni fanno fragile la vita istituzionale dell’autogoverno dei giudici“.

Ma non ci sono solo i renziani a lamentarsi di Zingaretti. La deputata prodiana Sandra Zampa, in un lungo intervento pubblicato sull’Huffington Post, ha chiesto al segretario di prendere posizione. “La vicenda”, ha scritto la parlamentare, “che sta investendo con gravi conseguenze il Csm e che chiama in causa due importanti esponenti del Pd, Luca Lotti, ex sottosegretario ed ex ministro e Cosimo Ferri, ex sottosegretario alla giustizia, entrambi parlamentari, impone riflessioni severe. Non solo per le ricadute sul partito, in termini di consenso e di immagine, ma anche sulla cultura politica che implicitamente quella vicenda esprime e che sembra avere affidato la parola ‘etica’ al passato preferendole la parola ‘potere’, nonché su quella parte della classe dirigente dem che, anche ieri, di fronte all’autosospensione di Lotti, si è profusa in ringraziamenti ed elogi nei suoi confronti, quasi ci trovassimo alle prese con un atto di magnanimità”. Secondo la Zampa, “è grave ciò che emerge dalle intercettazioni e questo dato non può essere minimizzato evocando la violazione del segreto d’ufficio legato alla pubblicazione delle stesse”. Ma soprattutto, stando a quando scritto dalla parlamentare, a essere “grave” “è l’impiego della parola ipocrisia utilizzata dallo stesso Lotti e da parte di chi nel Pd si è sentito in dovere di giustificarne il comportamento. Perché rivela la trasformazione di una cultura politica nel Pd. Sostenere che è normale ‘trigare’ per le nomine nelle procure, allo scopo di ottenere benefici dal sistema di giustizia, o per delegittimare altri magistrati, è strabiliante. La distanza che separa questa idea di ‘potere politico’ da quella fondativa del Pd si misura anche solo dalla lettura delle prime righe del secondo articolo del Codice etico“. L’articolo a cui fa riferimento è quello che specifica “l’autonomia” dei politici da tutti gli altri poteri. E quindi cita pure la Costituzione e la separazione dei poteri che gli esponenti Pd dicono di voler rispettare.

Quindi Zampa ha concluso invocando una svolta da parte del segretario: “Nicola Zingaretti si dovrà misurare con tutto questo. Fino ad ora ha praticato l’unica strada possibile: rappacificare le anime del Pd per arrivare alle amministrative e alle europee con un partito non in pezzi. Lo ha fatto camminando in punta di piedi. Ma ora non si può proseguire così. Bisogna prendere provvedimenti e bisogna misurarsi con quanti pensano che l’etica, in politica, è solo una perdita di tempo. Che i comportamenti fanno ‘prassi’ e quindi va bene così. Bisogna camminare in fretta e determinati. Il campo è minato ed è pericoloso attraversarlo, ma se non si passa di là si muore sotto i colpi degli avversari che incalzano. Non basta la pacificazione (per altro armata) nel Pd. La vera pacificazione deve avvenire con gli elettori, con la propria storia e con i propri valori”.

L’unico provvedimento di queste ore è stata la nomina della nuova segreteria, dalla quale sono scomparsi praticamente tutti i renziani. Coordinatore sarà Andrea Martella, vicesegretari Andrea Orlando (vicario) e Paola De Micheli; Marco Miccoli sarà il capo della segreteria politica del segretario. Nicola Zingaretti ha nominato la nuova segreteria del Pd: coordinatore sarà Andrea Martella, vicesegretari Andrea Orlando (vicario) e Paola De Micheli; Marco Miccoli sarà il capo della segreteria politica del segretario. Gli altri incarichi vanno a Enzo Amendola (Esteri e Cooperazione internazionale), Chiara Braga (Agenda 2030/Sostenibilità), Pietro Bussolati (Imprese e professioni), Andrea Giorgis (Riforme istituzionali), Maria Luisa Gnecchi (Welfare), Roberto Morassut (Infrastrutture Aree urbane e periferie), Nicola Oddati (Mezzogiorno), Roberta Pinotti (Politiche della sicurezza), Giuseppe Provenzano (Politica del Lavoro), Marina Sereni (Enti Locali/Autonomie), Camilla Sgambato (Scuola), Stefano Vaccari (Organizzazione), Antonella Vincenti (Pubblica amministrazione), Rita Visini (Terzo settore/Associazionismo). Partecipano alla segreteria per funzione: Paolo Gentiloni, Presidente del Pd; Gianni Cuperlo, Fondazione Nazionale, oltre a Orlando e De Micheli. Inoltre la responsabile donne del Pd, che verrà eletta dalla Conferenza Nazionale delle donne; i Capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci; il tesoriere Luigi Zanda; il Rappresentante dei Giovani Democratici. E’ istituito il Dipartimento Economia e Sviluppo diretto da Antonio Misiani. Nei prossimi giorni verranno affidati gli incarichi dei nuovi Responsabili dei Dipartimenti.

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