Dodici Roland Garros in quindici edizioni giocate. È ancora di Rafael Nadal il secondo Major della stagione. Il 33enne maiorchino batte ancora una volta in finale l’austriaco Dominic Thiem per 6-3 5-7 6-1 6-1 (9-4 il bilancio tra i due, 4-0 a Parigi) e conquista il 18° Slam della sua carriera. Adesso è a -2 dal record assoluto di quel Roger Federer estromesso dallo stesso spagnolo in semifinale. Terzo più vecchio della storia a vincere il Roland Garros, per Nadal si tratta del titolo 82 della carriera (59° sulla terra battuta in 67 finali giocate) al termine di un torneo in cui ha perso solo due parziali: contro il classe 1993 austriaco in finale e nel terzo turno contro il belga David Goffin. Per Thiem, invece, l’appuntamento con il primo Slam è ancora rimandato. Con questo risultato Rafael Nadal diventa il giocatore con più titoli in un singolo Slam nella storia del tennis. Tra maschile e femminile nessuno era mai riuscito a trionfare per dodici volte. L’australiana Margaret Court è ferma a 11 successi agli Australian Open, conquistati a cavallo degli anni Sessanta e Settanta. A Wimbledon comandano i 9 trionfi di Martina Navratilova mentre agli Us Open nessuno ha fatto meglio di Molla Bjurstedt Mallory, tennista norvegese naturalizzata americana vincitrice in otto occasioni a inizio Novecento. Duemila punti che consentono a Nadal di conquistare la prima posizione nella Race. Ancora distante invece Novak Djokovic nella classifica mondiale.

Una finale intensa e dai colpi spettacoli in cui Rafael Nadal non ha mai davvero tremato al cospetto di un Dominic Thiem che ha dimostrato ancora una volta di essere l’avversario più credibile – insieme a Novak Djokovic – su questa superficie. Tre ore di gioco che chiudono così un’edizione del torneo su cui non sono mancate le polemiche sull’organizzazione, riferibili sopratutto alla gestione della semifinale di venerdì 7 giugno – giornata condizionata dal forte vento e dalla pioggia – tra Thiem e Djokovic. Incontro iniziato dopo la conclusione della sfida tra Nadal e Federer. Interrotto al termine del terzo set per pioggia, il match è stato spostato al giorno successivo, nonostante i miglioramenti meteorologici che avrebbe consentito di terminare la sfida nella giornata di venerdì, concedendo così al vincitore quella giornata intera di riposo necessaria quando si gioca sul rosso e, sopratutto, contro Rafael Nadal. Una decisione – ufficializzata quando sul rettangolo di gioco splendeva il sole – che ha lasciato perplessi addetti ai lavori e spettatori, andando a condizionare anche una finale da giocare obbligatoriamente (a meno di cause di forza maggiore) nella giornata di domenica 9 per motivazioni di natura televisiva e commerciale. Il doppio 6-1 6-1 incassato da Thiem tra il terzo e quarto set della finale nasce anche da qui. L’ipotesi di spostare l’ultimo atto al lunedì non è mai stata presa in considerazione.

Una vicenda che ha messo nuovamente a nudo tutti i limiti di un Major tanto prestigioso quanto distante dai vari Wimbledon, Australian Open e Us Open. Il Roland Garros, infatti, è l’unico a non avere ancora un tetto sul campo centrale e l’unico a non prevedere una sessione serale di gioco. A Wimbledon e New York attualmente sono in funzione due tetti (i primi costruiti rispettivamente nel 2008 e 2016). A Melbourne addirittura sono tre (il primo nel 1988). Un gap importante nel tennis moderno che però dovrebbe essere colmato nel giro di due anni. Nel 2020, infatti, il Philippe Chatrier dovrebbe dotarsi di una copertura, mentre nel 2021 si potrà giocare anche nelle ore notturne.

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