Un plenum straordinario convocato in piena bufera sulla magistratura. E solo dopo aver chiesto alla procura di Perugia di trasmettere le carte dell’inchiesta sulle toghe. È quello convocato dal Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura per il 4 giugno. “Si impone oggi un confronto responsabile tra tutti i componenti per la forte riaffermazione della funzione istituzionale del CSM a tutela dell’intera Magistratura”, fanno sapere da Palazzo dei Marescialli specificando che la riunione del consiglio è fissata per le 16.30. Nel corso della riunione “verrà anche preso atto delle sopravvenute dimissioni del Consigliere Luigi Spina”. L’ormai ex consigliere di Unicost, la corrente di centro delle toghe, è indagato dalla procura umbra per rivelazione di segreto e favoreggiamento di Luca Palamara, il pm al centro dell’inchiesta accusato di corruzione. Lo stesso comitato di presidenza del Csm rende noto di aver chiesto alla procura di Perugia, “con riferimento al procedimento che vede coinvolti alcuni magistrati, la trasmissione degli atti ostensibili oltre quelli già in possesso del Consiglio”. . 

Due consiglieri Csm incontravano Lotti. Anm: “Grave” – Sul caso è intervenuta anche l’Associazione nazionale magistrati con un comunicato durissimo: “Reagiamo con forza a ogni distorsione che tenti di minare il corretto svolgimento dell’attività consiliare e, con esso, l’autorevolezza e la credibilità dell’Istituzione le cui regole e prerogative sono garanzia della indipendenza della magistratura e tutela dei diritti dei cittadini. Gli accadimenti e le frequentazioni riferiti dagli organi di stampa, sotto il profilo etico e deontologico, costituiscono una grave violazione commessa da parte di chi, in attuazione delle norme costituzionali, ha la responsabilità di far parte del Csm e sono in palese contrasto con i principi e i valori che orientano i magistrati nel loro operare quotidiano”. Il sindacato delle toghe – continua la nota – “ritiene sia necessario avviare, all’interno della magistratura, una ampia e diffusa riflessione sulla necessità di apprestare presidi ancora più forti rispetto al rischio di condizionamento e di distorsione del fisiologico percorso istituzionale che deve necessariamente essere rispettato per l’assunzione di tutte le decisioni del Consiglio Superiore della Magistratura”. Una presa di posizione che arriva nello stesso giorno in cui emergono i ruoli di altri due consiglieri del Csm, non indagati: Antonio Lepre e Corrado Cartoni. Entrambi esponenti di Magistratura Indipendente – la corrente più moderata delle toghe – avrebbero partecipato a incontri con due deputati del Pd, Luca Lotti e Cosimo Ferri. Incontri durante i quali si è discusso sulla scelta del nuovo procuratore di Roma. “Il nostro comportamento è sempre stato improntato alla massima correttezza. Non siamo mai stati condizionati da nessuno, Marcello Viola è il miglior candidato alla Procura di Roma e solo ed esclusivamente per questo motivo lo sosteniamo”, si difendono i due in una nota. Dura la posizionedell’Anm sul caso:  

Magistratura indipente: “Fatti gravi ma strumentalizzati” – Molto diversa dalla posizione dell’Anm è quella di Magistratura Indipendente, corrente di cartoni e Lepre, ma anche di Ferri, deputato del Pd e magistrato che in passato ha anche guidato Mi. La corrente moderata delle toghe sceglie la via del silenzio:  “Preso atto che per sabato 8 giugno è fissata un’assemblea generale di tutti gli iscritti al gruppo, ritenuto che tale sede appare la più idonea per una franca discussione e una seria riflessione sulle vicende emerse in questi giorni, rinvia a quella sede ogni presa di posizione pubblica”. Un commento, però, da Mi se lo concedono, sottolineando “sin da ora la gravità di alcuni fatti emersi, ove accertati ma anche la strumentalizzazione operata da alcuni organi di stampa nell’accostare vicende diverse e non collegate tra loro e la grande ipocrisia che emerge da alcune reazioni all’interno della magistratura”.

Unicost: “Se a processo noi parte civile” –  Netta, invece, la posizione di Unicost – la corrente di centro delle toghe – chiede all’ex onsigliere e alo stesso Palamara di farsi da parte e dimettersi dalla corrente. “Ai colleghi Spina e Palamara, iscritti a Unità per la Costituzione, ai quali auguriamo di potere chiarire tutto tempestivamente, chiediamo di assumersi le rispettive responsabilità politiche, adottando le decisioni necessarie delle dimissioni dall’istituzione consiliare e dalla corrente“, scrivono in una nota il presidente e il segretario Mariano Sciacca ed Enrico Infante. Se l’inchiesta di Perugia sfociasse in un processo, tra l’altro, Unicost fa sapere che si costituirà parte civile “a tutela dell’immagine del gruppo, gravemente lesa” ha aggiunto Sciacca, chiedendo alle istituzioni, a nome della corrente, di “intervenire tempestivamente”. “Più leggiamo gli articoli e ancor più ci convinciamo del danno forse ancora non compiutamente calcolabile che la vicenda all’attenzione della magistratura perugina porterà alla magistratura italiana”, conclude la nota. 

Palamara si sospende dall’Anm – A stretto giro ecco la “decisione necessaria” adottata da Palamara: l’autosospensione, ma dall’Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe.  “Sono certo di chiarire i fatti che mi vengono contestati. Il mio intendimento ora è quello di recuperare la dignità e l’onore e di concentrarmi esclusivamente sulla difesa nel processo di fronte a tali infamanti accuse. Per tali ragioni mi assumo la responsabilità di auto sospendermi dal mio ruolo di associato con effetto immediato”, dice il pm romano.

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