Doveva essere l’ultimo dibattito prima delle elezioni amministrative del 26 maggio per la conquista di Palazzo Vecchio. E invece no perché, dopo la polemica sulla presenza dell’editore Altaforte al Salone del Libro di Torino, il sindaco di Firenze Dario Nardella (Pd) e la candidata della sinistra Antonella Bundu hanno rinunciato facendo saltare il confronto. Il motivo? La presenza, davanti agli studenti dell’Istituto tecnico Marco Polo, del candidato di Casapound al Comune di Firenze, Saverio Di Giulio. La decisione è stata presa dal preside della scuola, Ludovico Arte, secondo cui con le due assenze verrebbero meno “le condizioni di equa rappresentanza di tutte le forze politiche”. Così si opterà per una soluzione diversa: i candidati non si confronteranno tutti insieme ma incontreranno gli studenti in maniera singola, ad una distanza di mezz’ora l’uno dall’altro. “Così si offendono gli studenti e i candidati che hanno fatto saltare il dibattito dimostrano di non avere argomenti”, replica il candidato di Casapound.

Il dibattito non si farà – Il dirigente scolastico aveva organizzato il dibattito per il 23 maggio, a tre giorni dal voto, al Teatro della Compagnia così da fare confrontare i nove candidati sindaci con gli studenti che sarebbero andati alle urne per la prima volta. Venerdì però la Cgil di Firenze, in contemporanea con l’apertura del Salone del Libro condito dalle polemiche per l’editore vicino a Casapound, ha lanciato un appello per chiedere ai candidati “che si dicono antifascisti” di non partecipare, rivolgendosi poi direttamente agli organizzatori: “Chiediamo ai docenti, al personale scolastico e al dirigente di non dare corso all’iniziativa. Il più grande insegnamento ai giovani non può che essere: il fascismo non è un’opinione come le altre, ma un crimine, e come tale va perseguito e condannato”, ha scritto nella lettera il sindacato fiorentino. 

Nardella: “Non possiamo tapparci le orecchie” – Così, dopo qualche ora, prima il sindaco uscente Nardella e poi la candidata della sinistra Antonella Bundu hanno annunciato la loro assenza al dibattito. “Mi sono già scusato con il preside, che si è impegnato molto per dare ai suoi studenti l’opportunità di confrontarsi con i candidati – ha spiegato Nardella – ma non possiamo chiudere gli occhi davanti agli atteggiamenti fascisti e razzisti di Casapound a Casal Bruciato e nemmeno tapparci le orecchie sulla definizione di ‘cittadinanza per discendenza’ di cui parla il candidato fiorentino di Casapound, parole che rievocano le discriminazioni di razza”

Bundu: “Fascisti? Non corrano alle elezioni” – Motivazione simile quella di Antonella Bundu, appoggiata da Sinistra Italiana, Mdp e Potere al Popolo, che dell’antifascismo sta facendo una delle sue bandiere per provare a conquistare Palazzo Vecchio. “Abbiamo deciso di non partecipare – dice Bundu – perché le tribune politiche sono normate per legge, prendono spazi per tutte le liste, ma nelle scuole invece si operano scelte come al Salone del Libro”. Bundu si è anche detta “imbarazzata” per avere avuto al suo fianco il candidato di Casapound Di Giulio in altri dibattiti e ha rilanciato: “Trovo strano che un partito che si dichiara orgogliosamente fascista possa correre alle elezioni”. 

Il preside: “Studenti penalizzati” – La decisione di rinunciare al dibattito non è piaciuta per niente al preside dell’Istituto Marco Polo, Ludovico Arte, che dopo aver modificato le modalità di confronto tra i nove candidati e gli studenti, ha attaccato su Facebook i due assenti: “Affermano che con i fascisti non si parla – ha scritto sul suo profilo – Però con i fascisti ci hanno parlato in ben due incontri pubblici (alla Certosa di Firenze e nella sede toscana della Rai, ndr). Decidono invece di non partecipare all’incontro in una scuola, dove erano da soli con studenti e insegnanti. Quindi, al di là degli slogan sbandierati a parole di persona e sui social, nei fatti succede che con i fascisti si parla e non si parla poi con studenti e insegnanti”. La decisione di rinunciare al dibattito ha fatto esplodere le polemiche anche tra gli altri candidati a Palazzo Vecchio. Il candidato di centrodestra, Ubaldo Bocci, ha attaccato la “deriva censoria e autoritaria della sinistra, che a Firenze è una cappa soffocante da decenni” perché “le idee, soprattutto quelle lontane da noi, si confutano e non se ne chiede la censura o l’espulsione dal dibattito”.

A Firenze il Pd prova a tenere – La netta posizione contro il fascismo di Nardella e Bundu si inserisce in una campagna elettorale che vede contrastarsi il centrosinistra rappresentato dal sindaco di Firenze e il centrodestra a trazione leghista di Bocci, che il 26 maggio proverà a sconfiggere il renzismo nella sua culla dopo cinquant’anni di governi di centrosinistra. Il Movimento 5 Stelle di Roberto De Blasi e la sinistra di Bundu proveranno a fare l’ago della bilancia ad un possibile ballottaggio. E a Palazzo Vecchio temono proprio quello: o Nardella vince al primo turno o rischia grosso.

Twitter: @salvini_giacomo

Articolo Precedente

Convivere è complicato: servono regole comuni per non scontrarsi. Questo governo ne sa qualcosa

next
Articolo Successivo

Salone del Libro, la Lega vuole cacciare il direttore Nicola Lagioia. Appendino: “Lui non si tocca”

next