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San Siro, che ne facciamo? Quattro ipotesi, dalla più suggestiva alla fantasmagoria

San Siro, che ne facciamo? Quattro ipotesi, dalla più suggestiva alla fantasmagoria
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“La prima volta che vedi lo stadio Giuseppe Meazza […] è impossibile non avere un sussulto. Quando è illuminato, sembra un’astronave atterrata nella periferia milanese”

Nel 2009 il Times descriveva così l’impressione che si provava entrando allo stadio San Siro, la Scala del calcio. È stato proprio il quotidiano britannico, in quell’anno, a inserire San Siro al secondo posto tra gli stadi più belli del mondo.

Eretto nel 1926, lo stadio italiano con più capienza, grazie ai suoi 80mila posti, potrebbe veder calare il sipario per sempre, portandosi dietro macerie e pezzi imponenti della storia del calcio italiano e internazionale. È molto probabile che nel 2019, forse prima della conclusione del campionato, Milan e Inter metteranno la firma nei titoli di cosa dello stadio, per lavorare insieme a una nuova struttura. Un modello di stadio innovativo, di ispirazione americana e che molto probabilmente avrà le sue fondamenta sulle ceneri dello storico San Siro.

L’idea seppur coerente con gli sviluppi di quella che dobbiamo imparare a definire football industry, ha sollevato il rammarico e i pareri contrari dei più nostalgici. Tra questi anche il direttore di Tg La7 Enrico Mentana, interista nel Dna e non proprio entusiasta all’idea di demolizione di San Siro. Per questo abbiamo provato a ipotizzare un cambio di programma in casa Milan & Inter, con il progetto del nuovo stadio totalmente ex novo e trasferito in un’altra zona. Così da preservare San Siro che però in qualche modo dovrà pur essere riutilizzato.

Ecco quindi quattro ipotesi per rivestire a festa il più celebre degli stadi italiani.

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