Io voglio bene a Berlusconi, e ovviamente avrà il mio voto come è normale che sia. E’ una persona a cui dobbiamo tanto e che tutti quanti dovrebbero aiutare per questo suo desiderio, cioè tornare in un’assemblea elettiva, quella di Strasburgo, dopo tutto quello che ha passato molto ingiustamente. Però non sono i suoi manifesti elettorali 6×3 che risolvono i problemi di Forza Italia“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Non stop news”, su Rtl 102.5, dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che ribadisce la sua denuncia relativa alla situazione critica del partito di Berlusconi.

Occorre da parte di tutti – spiega – anche del presidente Berlusconi, un momento di riflessione. Credo ci sia bisogno di rivedere il centrodestra nella nostra parte, quella che non è leghista pur essendoci alleati. Del resto, tutti sanno che ho un buon rapporto con Salvini e con i miei alleati leghisti. Ma ritengo che il centrodestra debba essere chiaro e netto, senza patti del Nazareno e senza scivoloni da altre parti, perché non è che non tutte le culture del centrodestra siano leghiste. C’è anche una parte che, pur essendo in modo cristallino del centrodestra, non si ritrova in quell’anima lì”.

E aggiunge: “Oggi Forza Italia non è un contenitore adatto ad accoglierle tutte, altrimenti non si spiega per quale ragione a Genova, come a Savona, a Siena, a Pisa e altre realtà, abbiamo liste civiche tutti i giorni, persone che vanno in giro a cercare una nuova identità perché non si sentono ascoltate in quel partito, anche i nostri dirigenti che per tanti anni hanno amministrato in nome e per conto di quel tricolore di Forza Italia”.

Toti puntualizza: “E’ evidente che questo centrodestra non sia più quello di qualche anno fa: consta di una Lega in ottima salute e di una Forza Italia che ha le sue difficoltà. Chi lo nega ha qualche fetta di prosciutto davanti agli occhi. Questo non vuol dire che quello spazio politico non esista più, ma che l’offerta così come è congegnata oggi non trova più il favore degli elettori, visto che siamo passati da oltre dieci milioni di elettori a circa tre milioni scarsi. Quando tanti ‘clienti’ affezionati, che sono stati per un ventennio il riferimento di quel partito, se ne vanno via e quando tanti dirigenti si trasferiscono nelle liste civiche, io credo che qualche domanda ce la si debba fare. E io me la sono fatta. Poi io sono l’ultimo che vuole spezzettare un centrodestra che deve trovare una sua identità. E però quando vedi che tutti quanti fanno finta di niente, fischiettano e guardano al cielo facendo finta che vada tutto bene qualche domanda te la devi pur fare”.

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