Botta, risposta e controrisposta su cantieri e infrastrutture. Lega e Movimento Cinque Stelle discutono animatamente sulla rapidità con la quale si stanno sbloccando le opere. E nel mezzo finisce il ministero delle Infrastrutture, guidato dal pentastellato Danilo Toninelli, tirato in ballo dal vicepremier Matteo Salvini. Rispondendo a Luigi Di Maio, che aveva chiesto fatti e meno slogan, il leader della Lega ha detto: “Bado ai fatti, fatemi lavorare. Va benissimo, più lavoriamo e meglio è”. Poi l’affondo: “Domani vado a Verona a inaugurare il Vinitaly e vorrei che la Brescia-Verona-Vicenza aprisse i cantieri domani – ha aggiunto – Però al ministero delle Infrastrutture ci stanno ragionando. Non vorrei che stessimo ragionando da troppi mesi su troppi cantieri”.

L’ultima dichiarazione pro grandi opere del ministro dell’Interno – favorevole a Tap, Tav e al nuovo gasdotto EastMed in Puglia che sta dividendo il governo – non è stata gradita nel ministero guidato da Toninelli. Fonti del Mit fanno notare che “soltanto grazie all’intenso lavoro di questo ministero e del governo si stanno sbloccando in queste settimane cantieri importantissimi, dalla Sicilia al Piemonte, che erano fermi da anni”. Per le Infrastrutture si sta accelerando su “raddoppi ferroviari”, “riqualificazione dei ponti sul Po” e “Tav Napoli-Bari” nonché la Statale 106 Jonica. “Senza dimenticare l’importantissima svolta sul dossier portuale di Gioia Tauro”.

Poi la risposta sull’Alta velocità Brescia-Verona, quasi a sottolineare la distrazione di Salvini nel tirarla in ballo: “Il ministro Toninelli – spiegano le stesse fonti – aveva già annunciato, oltre tre settimane fa, che comunque l’opera sarà completata in modo da renderla efficiente e sostenibile”. Dal ministero ricordano anche che con il decreto Sblocca-cantieri “le gestioni commissariali consentiranno di spingere sull’acceleratore per almeno 22-23 miliardi di euro di infrastrutture tra Rfi e Anas, con un beneficio aggiuntivo sul solo 2019 di circa 2 miliardi e mezzo e una leva considerevole sull’indotto”. Si tratta, secondo le fonti del ministero, di “uno sforzo che non può consentire di etichettare questo come il ‘Governo dei no’, tutt’altro. Un’azione che utilizza responsabilmente i soldi dei cittadini, a meno che non si voglia sostenere che le opere vanno fatte tanto per spendere i soldi invece dell’esatto contrario”.

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